L'Europa del duo Sarkozy - Merkel
«No ai fondi strutturali per i Paesi non virtuosi». La proposta per sospensione in una lettera indirizzata a Van Rompuy. Barroso: «Contributo politico importante»
PARIGI - Sospendere i fondi strutturali ai Paesi della zona euro che non riducono i loro deficit. E' la proposta del presidente Nicolas Sarkozy e del cancelliere tedesco Angela Merkel, contenuta in una lettera indirizzata oggi al presidente dell'Ue, Herman Van Rompuy.
«In futuro, i pagamenti derivati dai fondi strutturali e dalla coesione dovrebbero essere sospesi nei Paesi della zona euro che non si conformeranno alle raccomandazioni della procedura sui disavanzi eccessivi», hanno scritto.
Secondo Sarkozy e Merkel, «questi cambiamenti dovrebbero essere integrati nel nuovo regolamento dei fondi strutturali e di coesione che saranno proposti per prossimo quadro finanzieio pluriennale».
«Le riforme migliorino la crescita è la competitività nella zona Euro» - «I fondi strutturali e di coesione devono servire a sostenere le riforme indispensabili che mirano a migliorare la crescita economica e la competitività nella zona euro», hanno ricordato, «Devono riguardare il miglioramento della competitività e la riduzione degli squilibri negli stati membri a cui sono indirizzati raccomandazioni nell'ambito della procedura che riguarda gli squilibri eccessivi».
Sarkozy e Merkel hanno precisato che «nei Paesi sotto programma, la Commissione dovrà automaticamente procedere a un controllo per fare in modo che i fondi strutturali e di coesione sostengano in modo ottimale il programma di adeguamento macro-economico» e «dovrebbe inoltre partecipare alla selezione e all'attuazione dei progetti».
«I fondi non utilizzati dal Paese sotto programma potrebbero essere riuniti in un fondo per la crescita e la competitività che sarebbe gestito a livello europeo dalla Commissione», hanno aggiunto.
La lettera a Van Rompuy - Il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno scritto, come annunciato ieri al termine dei loro colloqui a sulla crisi del debito, a Herman Van Rompuy per chiedergli di presiedere la zona euro.
In questa lettera, di cui la France Presse ha ottenuto una copia, Sarkozy e Merkel hanno scritto al presidente dell'Unione europea che i diciassette «capi di Stato e di governo della zona euro eleggeranno il presidente per un mandato di due anni e mezzo».
«Abbiamo espresso il nostro desiderio che possiate assumere questi incarico», hanno proseguito, oltre ad affermare che «l'Eurogruppo dei ministri delle Finanze dovrà essere rafforzato». Cancelliere e presidente hanno sottolineato che «l'euro è la base del nostro successo economico e il simbolo dell'unificazione politica del nostro continente». Sempre conformemente alle loro decisioni della vigilia, Sarkozy e Merkel hanno indicato che «la Francia e la Germania propongono di rafforzare ancora la gestione della zona euro, nel quadro dei trattati esistenti».
Barroso: «Contributo politico importante» - Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha accolto con favore le «importanti» decisioni sulla governance dell'euro, emerse dal vertice di ieri all'Eliseo tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.
Le proposte del presidente francese e del cancelliere tedesco «rappresentano un contributo politico importante da parte delle due maggiori economie della zona euro», ha affermato Barroso, in un comunicato congiunto con il commissario agli Affari economici Olli Rehn.
«Una moneta comune implica delle responsabilità comuni e richiede un coordinamento più stretto delle politiche economiche», indicano i due responsabili europei.
Accoglienza tiepida delle borse europee - Accoglienza quantomeno tiepida, da parte dei mercati europei, sull'esito del vertice Merkel-Sarkozy di ieri. I primi ministri di Germania e Francia, puntando su misure strutturali come un governo dell'euro, la tassazione delle rendite finanziarie e l'obbligo del pareggio di bilancio nelle Costituzioni dei Paesi Ue, non hanno preso provvedimenti né immediati né «liquidi», come più che qualche operatore si attendeva. Lo scarso entusiasmo delle borse si è manifestato già ieri a Wall Street per poi trasmettersi questa mattina in Europa.
Gli indici sono ad ora fiacchi in ordine sparso: a Londra l'Ftse cede lo 0,8%, a Parigi il Cac 40 guadagna lo 0,56%, a Francoforte il Dax cede l'1,13%, a Milano l'Ftse Mib, partito in ribasso, guadagna lo 0,6%.
«Tra i rischi sul debito e la crescita negli Stati Uniti, le fonti di volatilità restano molte questa settimana», ha messo in rilievo il broker Portzamparc.«Il governo inglese - ha dichiarato all'agenzia Afp un portavoce dell'associazione delle banche inglesi, (Bba) - ha sottolineato più volte che una misura» come la tassazione delle rendite finanziarie «non può essere introdotta che su scala mondiale e questo punto di vista è stato recentemente sostenuto anche dal presidente della Bce Jean Claude Trichet».
I bond decennali italiani sono in tarda mattinata (fonte Tradeweb) al 5% rispetto al 2,28% dei tedeschi: il differenziale è in leggero aumento dai 270 punti base di ieri a quota 272.
Stampa: «La montagna ha partorito un topolino» - La soddisfazione ostentata ieri davanti ai giornalisti da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel non si rispecchia oggi negli editoriali dei quotidiani francesi e tedeschi. La stampa qualifica il vertice di ieri all'Eliseo come un «minivertice», sintomatico di una «incapacità di affrontare l'ostacolo».
Le Figaro, quotidiano vicino al governo conservatore, è l'unico a giudicare i due leader «in grado di assumersi le loro responsabilità» e le proposte da loro avanzate come «una nuova tappa della costruzione europea, su cui non si può dubitare».
L'Humanité, giornale comunista, denuncia, al contrario, l'assenza totale di democrazia e giustizia: «Oggi, l'unica proposta liberale consiste nel tagliare in modo sempre più radicale la spesa pubblica, vale a dire tutto ciò che contribuisce a migliorare le condizioni di vita dei cittadini».
«Da un punto di vista mediatico, è stato perfetto. Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, fianco a fianco e in perfetta armonia. Ma, nella sostanza, cosa c'è di nuovo?», si interroga l'Est Républicain. «Questo mini-vertice francotedesco ha dato risultati minimi, senza alcuna decisione vigorosa».
«Alla fine, la montagna ha partorito ... Herman Van Rompuy», ironizza Paris-Normandie, che non è affatto certo che questo annuncio «sia sufficiente a convincere i mercati che vi sia davvero un pilota in plancia».
«L'unica vera notizia - sintetizza Charente Libre - è il doppio no alla creazione degli eurobond e all'aumento della dotazione del Fondo europeo di salvataggio». Un duplice rifiuto che mette i paletti alle misure di austerità che dovranno essere adottate nei mesi a venire da Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda.
La stampa tedesca, complessivamente, è meno critica, pur con autorevoli eccezioni: «Grandi parole, piccoli gesti», sintetizza il settimanale Der Spiegel, secondo il quale al vertice di ieri Merkel e Sarkozy si sono limitati alle «buone intenzioni»: in questo modo, difficilmente le borse verranno tranquillizzate.
La Sueddeutsche Zeitung, quotidiano progressista, titola sui «freni» al deficit e al debito: «Disciplina di bilancio sull'esempio tedesco: la cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy voglio introdurre per il stati dell'eurozona un limite massimo obbligatorio» e propongono un «governo economico» guidato da Van Rompuy.
La Welt sembra apprezzare un po' di più i risultati del vertice dell'Eliseo e spiega nei dettagli il «piano in tre punti» emerso dall'incontro tra Merkel e Sarkozy, definito dal Financial Times Deutschland il risultato del «diktat» tedesco per far tirare la cinghia all'eurozona.
Pittella (PD): «Merkel-Sarkozy? Inadeguati a reggere la sfida» - «Merkel e Sarkozy, un nuovo vertice per non decider nulla». Lo ha sottolinea in una nota il vicepresidente vicario del parlamento europeo, Gianni Pittella, per cui «Mentre il nostro premier aspetta fuori con il cappello in mano, ancora una volta chi governa attualmente i Paesi più importanti della Ue si dimostra inadeguato a reggere la sfida imperiosa della turbolenza finanziaria e a dare una spinta alla crescita economica e alla coesione sociale» ha polemizzato l'europarlamentare del Pd.
«La timida apertura alla tassazione delle transazioni finanziarie deve essere articolata, indirizzata al sostegno dello sviluppo e sostenuta con forza insieme alla stringente regolamentazione del mercato dei derivati, approdata in questi giorni all'esame del Parlamento europeo, come stanno dimostrando i validi risultati dell'intervento, limitato nel tempo, adottato dalle principali autorità di vigilanza sulle Borse europee» ha chiesto l'europarlamentare del Pd, che ha poi rilevato come la prospettiva dell'adozione degli Eurobond «e' ancora aperta e non deve assolutamente essere accantonata». «L'Europa non può essere affidata ai mercati finanziari e a leader in versione light - ha concluso Pittella - la parola torni alla politica e ai cittadini».
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