25 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Un'altra seduta ad altissima tensione

Le borse mondiali affondano nel baratro con il downgrade USA

Wall Street ha ceduto sotto i colpi dell'agenzia di rating Standard & Poor's. Cadute a precipizio in Europa, Milano limita a -2,35% grazie alla BCE

ROMA - Un'altra seduta ad altissima tensione per i mercati in Europa, trascinati ancora più giù in questo baratro di crolli estivi ora da Wall Street, che ha ceduto sotto i colpi dell'agenzia di rating Standard & Poor's. Dopo il clamoroso e storico declassamento del voto sugli Stati Uniti d'America - espulsi venerdì scorso, a Borse chiuse, dalla prestigiosa categoria dei paesi a tripla A - oggi S&P è tornata alla carica con conseguenti declassamenti sulle istituzioni finanziarie legate al governo federale, tra cui i giganti dei mutui. Sviluppi che per quanto prevedibili hanno avuto un contraccolpo psicologico molto pesante sugli investitori, reinnescando ondate di vendite da panico che hanno fatto precipitare gli indici di oltre Atlantico.

Un quadro di cui anche Milano ha fatto le spese, vedendo sfumare i tentativi di recupero visti in mattinata, sulla scia di diffuse voci di mercato di interventi calmieranti della Bce sui titoli di Stato di Italia e Spagna. Alla fine il Ftse-Mib è riuscito a limitare le perdite al meno 2,35 per cento. Un dato relativamente migliore delle cadute che hanno coinvolto gli altri maggiori mercati europei, tra cui spicca in negativo la caduta del 5,02 per cento di Francoforte, ma anche il pesantissimo meno 4,68 per cento di Parigi. A picco anche Londra, che a chiuso al meno 3,39 per cento. Ma la maglia nera in Europa va ad Atene, con un meno 6 per cento che ha spinto le autorità a bloccare le vendite allo scoperto.

Non si è salvata la Svizzera, che trema per il suo export dopo i forti apprezzamenti del franco, usato come bene rifugio nelle passate settimane, Zurigo ha chiuso al meno 3,95 per cento. Appena uscita dall'Ue ancora peggio ha fatto Mosca, con cadute dell'8 per cento in chiusura. Brinda nuovamente invece l'oro, il porto sicuro per eccellenza dalle fasi di tensione che ha stabilito l'ennesimo record, con l'oncia a 1.714 dollari.

Il crescente timore è che si sia alla vigilia di una ricaduta in recessione degli Stati Uniti, o quantomeno di un pesante rallentamento, vedi arresto della ripresa economica, e non solo negli Usa. Oggi segnali in tal senso sono giunti dal superindice previsionale dell'Ocse (Cli). E questo in prospettiva, implicando un indebolimento delle entrate fiscali per i governi, e quindi minando i piani di risanamento dei conti pubblici, non può che esacerbare i preesistenti timori sui rischi di debito in Europa. Su questo fronte almeno la Bce sembra essersi decisa ad intervenire, con il suo programma di acquisti di titoli di Stato che ora dovrebbe aver orientato anche sulle emissioni di Italia e Spagna.

In realtà sono solo ipotesi di mercato perché la Bce fornisce dati solo a una settimana di distanza e senza mai dare indicazioni sulle nazionalità dei bond acquistati. Ma sono ipotesi che poggiano anche sugli andamenti degli indici. Già da stamattina i rendimenti sui Btp decennali in circolazione - che si muovo nella direzione specularmente opposta al prezzo - si sono attenuati, dal 6,40 per cento toccato venerdì a lemo del 5,40 per cento, fino a far calere attorno a 300 punti base il differenziale (spread) rispetto ai Bund ella Germania. Significa che i bond italiani devono offrire all'incirca 3 punti percentuali in più rispetto ai tedeschi per trovare acquirenti sul mercato. Un divario che resta alto, ma decisamente inferiore agli oltre 400 punti base raggiunti venerdì scorso.

Il quadro complessivo dei mercati è ormai però decisamente provato, altamente volatile e facile preda di ondate di vendite, come avvenuto anche oggi. In precedenza oggi pesanti crolli avevano investito le Borse dell'Asia, mentre anche le piazze del Sudamerica subiscono forti ribassi, la brasiliana San Paolo cede il 4,5 per cento. Forti oscillazioni hanno investito anche i cambi valutari, l'euro prima era scattato al rialzo fino a 1,44 dollari, poi è repentinamente calato a 1,41 e infine nel pomeriggio si attesta a 1,4216 dollari. A metà seduta wall Street resta molto pesante, in attesa dell'intervento del presidente Barack Obama il Dow Jones cala del 2,77 per cento, il Nasdaq cade del 3,65 per cento.