29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Crisi economica

Oggi il tavolo con le parti sociali, il Governo punta su accordo

Il Premier cerca il consenso per la svolta su 4 punti. La Cgil fredda: «Si parte male»

ROMA - Un tavolo per la svolta. Il governo punta sul vertice di oggi con le parti sociali per cercare la sterzata anticrisi, dando sostanza alle nuove misure per rilanciare la crescita e placare le tensioni dei mercati finanziari. È stato Silvio Berlusconi, nell'intervento alla Camera ieri, a dare la linea in vista dell'incontro a Palazzo Chigi, affidandosi al tentativo di un'intesa con imprese e sindacati piuttosto che affrontare di petto le questioni e indicare rimedi. Come se il risultato finale di questo tentativo del governo di venir fuori dalla bufera dipenda soprattutto dall'esito del tavolo di oggi, dal consenso che riuscirà a raccogliere. Ma proprio questa carenza di contenuti ha portato all'immediata reazione negativa della Cgil, secondo cui «con queste premesse il confronto parte con il piede sbagliato».

L'incontro di oggi avrà quindi un valore nuovo, decisamente maggiore rispetto ai vertici tra governo e parti sociali degli ultimi tre anni, convocati più per presentare provvedimenti in adozione che per concordare misure. Quasi il tentativo di un ritorno alla concertazione, allo spirito del 1992-93 invocato anche da alcuni esponenti dell'esecutivo, viste anche le analogie tra la difficile situazione di allora e quella di oggi. L'importanza di questo tavolo, del resto, è stata sottolineata anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo il colloquio col governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.

«Ci adopereremo - ha spiegato Berlusconi - per un'intesa per realizzare un'efficace unità di intenti su 4 punti: la manovra, gli investimenti, il ruolo delle banche nei finanziamenti e le relazioni industriali nel settore privato e in quello pubblico. L'emergenza della situazione ci impone di dare una risposta visibile per la crescita». E per raggiungere gli obiettivi (tra cui il nuovo Statuto dei lavori, che sostituirà quello dei lavoratori) il governo «proporrà una collaborazione per la stabilità, la crescita e la coesione sociale».

Ognuno deve fare la sua parte - ha sottolineato il presidente del Consiglio - per togliere il paese dal mirino dei mercati finanziari e tornare a crescere. «La crescita economica e l'occupazione è conseguenza dell'azione di attori economici e sociali», ha detto lanciando un richiamo alle parti sociali per la condivisione degli obiettivi. Un invito alla coesione che però non ha convinto il leader della Cgil, Susanna Camusso. «Suona addirittura grottesco - ha replicato il segretario generale - che invocando la coesione il governo produca proposte di divisione come lo Statuto dei lavori: ancora una volta si cerca la divisione e non le risposte ai problemi».