28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
La crisi del debito

Mercati europei sotto tensione, Italia e Spagna nel mirino

Tra vendite e tentativi di recupero per i Btp. Corsa a rafforzare il fondo UE salva-Stati

ROMA - Restano preda dell'allarmismo i mercati europei, mentre in un quadro di accentuata volatilità Italia e Spagna sono ancora al centro del mirino delle rinnovate tensioni sui rischi di debito nell'area euro. Stamattina sulla Borsa di Milano e sui titoli di Stato italiani sono nuovamente piovute vendite, innescato nuovi aumenti dei rendimenti e un nuovo record del differenziale rispetto alle emissioni della Germania, usate come riferimento nell'area euro: lo spread ha toccato 393 punti base. Tuttavia con il passare delle ore si è assistito a tentativi di inversione di rotta dell'azionario, accompagnati da parziali recuperi dei bond. A tarda mattina a Milano il Footsie-Mib segna un più 0,43 per cento, mentre i maggiori mercati europei restano ribassisti: Londra segna un meno 1,13 per cento, Parigi meno 0,59 per cento, Francoforte meno 0,74 per cento.

Oggi sulla crisi è atteso l'intervento in Parlamento del premier Silvio Berlusconi, che è slittato al dopo la chiusura delle Borse, mentre il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si è recato in Lussemburgo per parlare con il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Sul tutto resta la massima attenzione anche del Quirinale, dove già ieri il presidente Giorgio Napolitano ha incontrato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.

In Spagna il premier Jose Luis Zapatero, che ha rinviato le ferie per affrontare la situazione e che ha già convocato elezioni anticipate, ha deciso di effettuare oggi una riunione con i ministri economici per esaminare il quadro dei mercati. E intanto secondo le ricostruzioni del Financial Times si starebbe lavorando tra paesi dell'area euro per tentare di velocizzare il 'potenziamento' della capacità operative del fondo anti crisi, l'Efsf, per dargli la possibilità di acquistare bond già scambiati sul mercato. Solo che potrebbero volerci settimane, se non mesi, secondo il quotidiano, per dipanare gli aspetti regolamentari e legali di questo rafforzamento di capacità di intervento.

Nelle ultimissime sedute le tensioni si sono concentrate sui rischi di arresto della ripresa economica globale, scenario che potrebbe indebolire le entrate fiscali in una fase in cui è invece necessario disporre di solidi gettiti per coprire i piani di risanamento dei conti pubblici, su cui sono impegnati tutti i paesi europei. Segnali forse potenzialmente distensivi su questo versante sono giunti oggi dalle indagini sull'attività tra le imprese del terziario nell'area euro, l'indice Pmi che ha evidenziato un indebolimento leggermente meno netto di quanto indicato nella stima preliminare.

Ma resta la tendenza alla frenata, e in questo quadro sono finiti sotto i riflettori i due maggiori paesi dell'area euro, Italia e Spagna appunto, sui quali si teme un contagio della crisi di bilancio che ha già coinvolto Grecia, Iralanda e Spagna. Ma mentre per questi tre Stati, relativamente piccoli, è stato possibile approntare interventi di salvataggio dell'area euro, è opinione comune che invece Italia e Spagna sarebbero troppo grandi per soluzioni simili. Questo non ha fatto che accentuare le tensioni, in un clima già esacerbato nelle ultime settimane prima dall'incertezza su un nuovo piano di aiuti alla Grecia, poi effettivamente varato da Eurolandia, poi dalle tensioni oltre Atlantico sulle regole del bilancio federale Usa, con un accordo dell'ultimo minuto che ha scongiurato una insolvenza sui pagamenti della prima economia globale.