Il caporalato, un fenomeno criminale da debellare
La CIA giudica positivamente il ddl presentato oggi dalla senatrice Mongiello (PD). Bisogna colpire un reato che danneggia pesantemente l’agricoltura
ROMA - Un disegno di legge sul caporalato è da condividere non solo per motivazioni settoriali, ma soprattutto per quello che riguarda la convivenza democratica e civile. E’ quanto ha affermato la Cia-Confederazione italiana agricoltori durante la presentazione del disegno di legge da parte della senatrice Colomba Mongiello (PD) avvenuta oggi al Senato.
La Cia ha tenuto a sottolineare che la rappresentanza, oltre al ruolo di tutela di interessi, svolge un compito più generale e cioè quello di rafforzare la società, portando in essa il valore del lavoro, della sua dignità e delle regole. Da questo punto di vista è indubbio che l’attuale apparato legislativo non sanziona adeguatamente il reato di caporalato, inquadrandolo nel generico reato di intermediazione illecita di manodopera e perdendo in tal modo di vista tutte le diverse fattispecie di violazione che intervengono in questo caso (sfruttamento, riduzione in schiavitù).
Dal punto di vista agricolo, è, purtroppo noto quanto questo fenomeno criminale danneggi profondamente l’agricoltura, sia per quanto riguarda l’immagine sia per quanto riguarda il danno economico vero e proprio (concorrenza sleale).
La Cia auspica, comunque, che ci possano essere spazi di intervento nell’iter del disegno di legge che focalizzino in modo ancora più preciso la fattispecie di reato. Ciò che bisogna evitare è l’indistinzione tra caporalato e violazioni legate alla legislazione sul lavoro, già sanzionate, peraltro, dall’attuale normativa, condannabili ma non riconducibili allo stesso caporalato.
Per questo motivo la Cia ha dichiarato la sua disponibilità a una positiva collaborazione con i gruppi parlamentari affinché il provvedimento definitivo si avvicini quanto più possibile all’obiettivo prefissato: colpire i caporali e coloro che di essi si avvalgono.
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