Su mercati venerdì nero Italia
Draghi rassicura: «La Manovra è un passo importante, le banche superano test»
ROMA - Venerdì da brividi sui mercati in Italia. I titoli di Stato del paese sono finiti sotto pressione, con movimenti che hanno innescato pesanti ribassi in Borsa tra vari gruppi bancari che a loro volta hanno finito per trainare in profondo rosso tutta Piazza Affari, arrivata a calare di quasi il 4 per cento. A fine scambi il Footsie-Mib ha lasciato sul terreno il 3,47 per cento, di gran lunga il dato peggiore di una seduta negativa per tutta l'Europa. I mercati hanno risentito dell'effetto combinato dei persistenti allarmismi sui rischi di debito nell'area euro - con timori di effetti contagio delle difficoltà di Grecia, Irlanda e Portogallo ad altri paesi - ai quali nel pomeriggio si sono aggiunti nuovi timori sulla tenuta della ripresa economica globale, dopo che dagli Stati Uniti sono giunte cifre decisamente deludenti sul mercato del lavoro.
Ma sull'Italia la tensione si era accesa fin da metà mattina, quando dopo un avvio in moderato rialzo la Borsa ha iniziato ad accusare la tensione che stava coinvolgendo i titoli di Stato. Pressioni che appaiono legate al complicarsi del clima politico nel Paese, che potrebbe ripercuotersi sul passaggio parlamentare della manovra di aggiustamento pluriennale dei conti pubblici appena approntata dal governo. Il tutto deprime le quotazioni dei bond italiani già scambiati sul mercato, innescando speculari aumenti dei loro rendimenti. Su queste emissioni prezzi e rendimenti si muovono in direzioni opposte: se il prezzo si indebolisce, il tasso retributivo ne risulta conseguentemente aumentato. Si è così ulteriormente ampliato il differenziale (spread) di rendimento dei Btp italiani a 10 anni rispetto ai bund della Germania, che è arrivato a raggiungere 2,43 punti percentuali oggi, o 243 punti base, un nuovo record.
Tuttavia messaggi rassicuranti sono stati lanciati sia dal governo, con il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'economia Giulio Tremonti che hanno ribadito che con la manovra appena approntata il paese intende riportare il bilancio in pareggio nel 2014, sia dalla Banca d'Italia: il governatore Mario Draghi ha rassicurato sulla solidità delle banche italiane, dicendosi fiducioso sul fatto che supereranno i nuovi stress test europei, i cui risultati verranno pubblicati la prossima settimana. Il numero uno di Via Nazionale, prossimo presidente della Bce, ha anche sottolineato che «la manovra di finanza pubblica decisa dal governo, come detto ieri dal presidente Trichet, costituisce un passo importante per il consolidamento dei conti pubblici».
Nel frattempo anche la Consob si è fatta sentire, mentre indiscrezioni di stampa ipotizzano «attacchi speculativi» sui mercati della penisola. L'autorità di vigilanza ha riferito di aver avviato un monitoraggio stretto sugli scambi odierni, in cui i ribassi, oltre alle tensioni sui bond, sembrano esser stati accentuati anche dall'entrata in funzione di ordini automatici di vendite (stop loss) utilizzati dai trader per evitare perdite superiori ad un certo livello.
Intanto però è tutta l'Europa che ha accusato il colpo, finendo in territorio negativo dopo che alle tensioni sui debiti dei paesi periferici di Eurolandia si è aggiunta la doccia fredda dal mercato del lavoro Usa. A giugno la creazione di nuovi posti si è quasi arrestata, e la disoccupazione ha accusato un inatteso aumento al 9,2 per cento. L'esatto opposto di quello che avevano fatto sperare precedenti indicazioni da una indagine nel settore privato. I dati ufficiali riaccendono invece i timori di un rallentamento della ripresa economica e non solo negli Usa. Londra ha chiuso al meno 1,06 per cento, Parigi meno 1,67 per cento, Francoforte meno 0,92 per cento. Pesante anche Wall Street, nel pomeriggio il Dow Jones cede lo 0,90 per cento, il Nasdaq segna un meno 1,12 per cento.
Anche la Casa Bianca, pur riconoscendo la serietà dei dati sull'occupazione, ha cercato di rassicurare, ribadendo la volontà di trovare un accordo con i repubblicani per poter alzare i limiti sul deficit di bilancio. Altalena dell'euro oggi che nel pomeriggio torna ad indebolirsi a 1,4265 dollari, mentre anche il petrolio cede qualcosa con il barile di Brent a 117,61 dollari a Londra, e il Wti a 95,87 dollari a New York. Ritrova invece il suo tradizionale ruolo di bene rifugio l'oro: tra i pochissimo settori in rialzo, l'oncia supera quota 1.540 dollari nel pomeriggio.
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