26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Dopo lo scandalo Strauss-Kahn

Lagarde resta il nome numero uno per la successione

I paesi emergenti non riescono a unirsi dietro ad un rivale credibile

NEW YORK - Si consolida la posizione del ministro delle Finanze francese Christine Lagarde come candidato di punta alla successione di Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fondo monetario internazionale. Dopo l'appoggio dell'Italia e della Svezia, cominciano ad arrivare apprezzamenti dalla Germania, con il ministro degli Esteri Guido Westerwelle che ha affermato oggi di avere grande stima per Lagarde. E' il primo segnale che l'appoggio europeo si sta consolidando dietro al ministro francese, mentre gli Usa mantengono una posizione defilata, semplicemente osservando con il segretario al Tesoro Tim Geithner che la successione dovrà essere rapida.

Manca invece finora il consenso dei paesi emergenti intorno a un nome con il peso necessario a sfidare credibilmente la tradizione che da 65 anni vede un europeo alla guida del Fondo. E soprattutto va notato che sotto Strauss-Kahn l'Fmi si è impegnato fortemente in Europa, dove oggi fornisce un terzo del denaro usato per i pacchetti di salvataggio delle economie periferiche dell'eurozona: un fattore che pesa a favore di un nuovo quinquennio a guida europea.
Il bookmaker inglese William Hill dà oggi Lagarde favorita davanti a due ex ministri delle Finanze, il turco Kemal Dervis e il sudafricano Trevor Manuel. Tuttavia nessuno dei due gode dell'appoggio unito di Asia, America Latina e del resto dei paesi emergenti. Thailandia e Filippine sostengono il ministro delle Finanze di Singapore Tharman Shanmugaratnam, e la Cina sarebbe secondo il quotidiano britannico Guardian interessata ad appoggiare Peter Mandelson, ex commissario europeo al Commercio, se questi fosse interessato.
E secondo Raghuram Rajan, professore alla University of Chicago ed ex capo economista dell'Fmi, sarebbero «ottimi candidati» anche l'ex banchiere centrale brasiliano Arminio Fraga e l'indiano Montek Singh Ahluwalia. Ma a sentire l'economista Nouriel Roubini della New York University, voce assai ascoltata dopo aver previsto la crisi del 2008, «l'Europa sarà unita dietro a un europeo e penso che sarà Christine Lagarde».