10 ottobre 2024
Aggiornato 12:30
Nucleare

Il Governo frena, pesa il referendum. Prestigiacomo: «Basta»

Romani: «Necessaria una riflessione». A porsi degli interrogativi sui rischi dell'atomo è stato lo stesso capo dell'Agenzia per la sicurezza Veronesi: «Ora pausa profonda»

ROMA - Il governo frena sul ritorno del nucleare in Italia dietro lo spettro della vittoria del fronte del 'no' al referendum di giugno. In un clamoroso fuori onda il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si è sfogata con il titolare dell'Economia Giulio Tremonti: «E' finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare - ha detto - non facciamo cazzate: dobbiamo uscirne ma in maniera soft». Parole pesanti, non pronunciate pubblicamente, ma captate dai giornalisti in Transatlantico che fanno capire tutti i timori dell'esecutivo. Frasi che arrivano poco dopo il freno posto dal ministro Paolo Romani, che ha sottolineato «l'assoluta necessità di una riflessione». Ad invocare una «profonda pausa» è stato anche il professor Umberto Veronesi, capo dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare in Italia.

Quello del ministro Prestigiacomo non è stato soltanto uno sfogo. Il titolare dell'Ambiente ha anche indicato la tempistica. «Ora - ha detto - non dobbiamo fare niente, decidiamo tra un mese». Mentre Romani, questa volta attraverso dichiarazioni ufficiali, ha confermato la linea tenuta ieri dalla stessa Prestigiacomo: approfondire quanto sta accadendo, procedere di concerto con l'Europa e mettere al primo posto la sicurezza e la salute dei cittadini. Una posizione che è un'evidente marcia indietro rispetto alle dichiarazioni a caldo del governo sulla impossibilità di tornare indietro nel progetto.

«E' un momento di riflessione: sulla sicurezza dobbiamo assolutamente approfondire. Oggi - ha detto Romani - c'è un'emergenza che è più importante di qualsiasi altra cosa: c'è la priorità assoluta di verificare la sicurezza di tutte le centrali esistenti in Europa e la Ue sta cercando di coordinarsi su questo anche svolgendo degli stress test» sulle centrali. Il governo, ha quindi sottolineato il ministro, «andrà avanti di concerto con l'Europa». Romani ha inoltre mandato un messaggio tranquillizzante alle Regioni assicurando che «una scelta così importante non può essere fatta senza il consenso delle comunità locali».

A porsi degli interrogativi sui rischi dell'atomo è stato lo stesso capo dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare in Italia. «Le gravi vicende dei quattro reattori giapponesi - ha detto Veronesi - impongono inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda».