10 ottobre 2024
Aggiornato 12:00
Nucleare

Il Governo non cambia linea, Pd e Idv attaccano

Il Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo: «Solo allarmismo, andiamo avanti». E il ministro Brunetta chiude ogni spiraglio: «Si strumentalizza a fini politici e referendari»

ROMA - Le polemiche sul nucleare in Italia continuano, l'emergenza delle centrali giapponesi continua ad alimentare il dibattito sul progetto del Governo, confermato dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Una presa di posizione che ha fatto scattare la reazione di Pd e Idv. «Non cambia la linea del governo rispetto al rientro nel sistema nucleare europeo», ha affermato il ministro Prestigiacomo a Bruxelles: «I programmi del governo non devono essere e non saranno modificati». Eppure i danni alle centrali giapponesi stanno riaprendo la riflessione un po' in tutti i Paesi, a cominciare dalla Germania, e questo dà forza al fronte del no anche in Italia.

Opposizione sulle barricate - «Non capiamo l'ostinazione del governo e la sordità anche alla richiesta di buon senso di prendere del tempo per valutare quanto sta succedendo in Giappone», ha detto la responsabile ambiente del Pd Stella Bianchi. «Il Governo si fermi in tempo - ha affermato Antonio Di Pietro - altrimenti saranno i cittadini a bloccare questa follia suicida». Stessa linea da Verdi e Sel, che per oggi ha organizzato un sit-in davanti a Montecitorio. Il leader di Api Francesco Rutelli, poi, ha affermato che «alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, un punto interrogativo enorme si proietta sul programma nucleare in Italia», mentre la radicale Emma Bonino ha risolto la faccenda con poche parole: «Investire 30 miliardi di euro pubblici per ottenere il 4% di consumo finale di energia tra vent'anni non ha senso economico».

Osservazioni che il Governo non sembra intenzionato ad ascoltare. Il ministro Prestigiacomo è tornata ad accusare «gli ambientalisti, le associazioni e i politici di centro sinistra» di «alimentare le paure» e «fare allarmismo», evocando la tragedia in Giappone per attaccare i piani nucleari del governo con «macabre speculazioni a fini domestici». Eppure, la questione comincia ad essere oggetto di discussione anche nel centrodestra: il deputato Fabio Rampelli ha detto che «una riflessione interna in materia non c'è stata» e ha chiesto di «lasciare libertà di coscienza» ai referendum su cui si voterà prima dell'estate. E anche Francesco Storace ha detto: «Sul nucleare la riflessione va fatta e seriamente. Sarebbe sbagliato ignorare quanto accade».

Ma il ministro Renato Brunetta ha chiuso ogni spiraglio: «Si strumentalizza a fini politici e referendari», e se la Germania ha chiuso due vecchie centrali, «c'è molta ipocrisia in queste decisioni. Se tutti dicessero ora stop al nucleare che fine farebbe il prezzo del petrolio?».