Prestigiacomo: Polemica macabra e offensiva su nucleare
Il Ministro dell'Ambiente: «L'Italia è un'altra cosa, strumentalizzazione miope e di pessimo gusto»
ROMA - Indice puntato dal ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo contro «la macabra polemica, strumentale e di pessimo gusto» sulla opportunità di andare avanti in Italia sulla strada del ritorno al nucleare, alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, in termini di contaminazione, per effetto del terremoto.
TRAGEDIA IMMANE - Stiamo seguendo con dolore e preoccupazione le conseguenze dell'immane tragedia del sisma in Giappone. Attraverso l'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale, siamo in contatto con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica che ci aggiorna continuamente sull'evoluzione della situazione nella centrale nucleare di Fukushima. E' difficile fare valutazioni esaustive e approfondite in corso d'opera, ma, dalle ultime notizie che arrivano da Tokio e alla luce delle considerazioni di molti esperti - ha affermato il ministro- si può sperare che l'impatto dei problemi verificatisi negli impianti nucleari sarà contenuto, e verosimilmente marginale rispetto al complesso dei danni causati dall'inaudita violenza dell'evento sismico e dello tsunami».
POLEMICHE DI PESSIMO GUSTO - «Quanto alla polemica sul programma nucleare italiano, immancabile e di pessimo gusto dinanzi alle distruzioni, alle oltre mille vittime già accertate e alle migliaia di dispersi - ha denunciato il ministro- la trovo offensivamente strumentale e macabra. E' stato autorevolmente rilevato da più parti quanto diverse siano le condizioni fra ciò che è accaduto nell'isola nipponica e lo scenario italiano. Ci troviamo infatti in presenza di situazioni di rischio sismico radicalmente diverse e, specie in alcune zone del nostro paese, enormemente meno pericolose. Ma soprattutto gli impianti nucleari di Fukushima sono costruiti con una tecnologia di 50 anni fa, molto diversa dalle centrali di terza generazione che saranno realizzate nel nostro paese. Si tratta di differenze strutturali che avrebbero reso tecnicamente impossibile quanto accaduto in Giappone».
DISPOSITIVI DI SICUREZZA - Inoltre, «le centrali di ultima generazione - ha proseguito Prestigiacomo - dispongono di dispositivi di sicurezza molto più numerosi, moderni e sofisticati rispetto a quelle degli anni '60. Ragionando con la cinica ottica degli avvoltoi polemici di casa nostra, prima di rinunciare al nucleare dovremmo rinunciare al termoelettrico per gli incidenti che si sono verificati nelle centrali tradizionali e anche all'idroelettrico visto il crollo delle diga in seguito allo tsunami. E' sconvolgente come una delle più grandi tragedie naturali degli ultimi decenni possa essere letta con tanta miopia, tanta parzialità, tanta strumentalità. Sarà invece importante studiare e approfondire quanto accade in Giappone per avere ulteriori dati e informazioni con l'obiettivo consentire di avere in Italia un nucleare ancora più sicuro».
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