«Per battere il lavoro nero flessibilità e semplificazione»
Lo ha detto il responsabile della Direzione Sindacale di Confagricoltura Roberto Caponi al convegno della Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro
ROMA - «Il fenomeno del lavoro sommerso rappresenta un problema per lo Stato, per i lavoratori e per le imprese agricole in regola», lo ha detto il responsabile della Direzione Sindacale di Confagricoltura Roberto Caponi al convegno della Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro su «Il contrasto al lavoro sommerso».
Per Confagricoltura «le aziende che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente si trovano costrette a competere con aziende ‘sommerse’, che operano con costi di produzione notevolmente inferiori. Su questo problema, in alcune realtà territoriali, si innestano situazioni di conclamata illegalità, come l’immigrazione clandestina ed il caporalato».
Confagricoltura è per la «tolleranza zero» verso ogni forma di lavoro sommerso; lo testimoniano, tra l’altro, gli Avvisi comuni sottoscritti con le Organizzazioni sindacali nel 2004, 2007 e 2009 finalizzati principalmente a fornire indicazioni e proposte per contrastare questo preoccupante fenomeno.
«Siamo però altrettanto fermamente convinti - ha concluso il rappresentante di Confagricoltura - che la lotta al lavoro sommerso non possa essere combattuta solo con misure repressive. Occorre anche promuovere l’occupazione regolare attraverso una maggiore flessibilità, la semplificazione degli adempimenti, l’alleggerimento degli oneri».
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