«Fiat sale al 25% di Chrysler. Mirafiori? Se vince il no tante alternative»
Annuncio di Marchionne da Detroit: «Entro fine anno possiamo arrivare al 51%». A Piazza Affari il titolo vola. Elkann: «Non vendiamo niente»
DETROIT - «Fiat è già salita al 25% di Chrysler perchè ha già rispettato la prima condizione del primo motore con tecnologia Fiat certificato in Usa». Lo ha detto l'ad di Chrysler e Fiat, Sergio Marchionne, durante un incontro con i giornalisti a margine del salone dell'auto di Detroit.
«C'è la possibilità di arrivare al 51%, ci sono le risorse per farlo anche quest'anno», ha aggiunto.
REFERENDUM - «Ci siamo posti l'obiettivo del 51%», al referendum su Mirafiori. In questo caso «si chiude il discorso e l'investimento si fa». L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne si dice fiducioso sull'esito della consultazione tra i lavoratori torinesi: «Penso che la maggioranza dei lavoratori sia ragionevole». Il presidente di Fiat, John Elkann, ha aggiunto: «Spero che il buon senso prevalga».
IDEOLOGIE - Sono una «mancanza di civiltà, non opportuna per l'Italia»: così l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, commenta la comparsa di stelle a cinque punte su cartelloni pubblicitari a Torino. «Le trovo di sicuro fuori posto, sono fiducioso che l'aspetto razionale vada avanti e restino fuori le ideologie politiche», ha aggiunto durante una conferenza stampa al salone dell'auto di Detroit.
«TANTISSIME ALTERNATIVE A MIRAFIORI» - «Ci sono moltissime altre alternative ovunque, come Sterling Heights», uno degli stabilimenti Chrysler in Michigan. Così l'amministratore delegato di Chrysler e Fiat, Sergio Marchionne, risponde alla domanda sulla possibilità di un piano B da mettere in atto in caso di esito negativo del referendum sull'accordo di Mirafiori.
Il numero uno del Lingotto ha preso poi come esempio l'evento di venerdì scorso a Brampton, in Ontario, Canada, dove è stato festeggiato l'inizio della produzione dei nuovi modelli Chrysler 300 e Dodge Charger, ma anche il Dodge Challenger del 2011 (tre dei 16 modelli nuovi o rinnovati che hanno debuttato l'anno scorso). «Lì c'è un senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto, stanno aspettando - ha spiegato - di mettere su il terzo turno, ci hanno invitato a investire e aumentare la capacità produttiva, trovo geniale che la gente voglia lavorare e fare anche il terzo turno, lavorare sei giorni alla settimana, è una disponibilità incredibile. In Europa - ha aggiunto - questo è un problema».
ELKANN - Intanto il presidente del Lingotto, John Elkann, che ha incontrato con Marchionne i giornalisti italiani al salone dell’auto di Detroit, ha confermato che Fiat non ha alcuna intenzione di vendere pezzi del gruppo, «ci teniamo stretto tutto», ha detto Elkann, «anche se ci offrono un sacco di soldi».
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