19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
FIAT

Farina (Fim Cisl): subito un tavolo su Mirafiori

«Procedere all'attuazione di Fabbrica Italia all'interno del sistema contrattuale»

ROMA - «La Fiat convochi il tavolo su Mirafiori e proceda con l'attuazione di Fabbrica Italia all'interno del sistema contrattuale. Il consenso sindacale e dei lavoratori è ampio e forte. Il mancato consenso della Fiom non può essere ragione di ulteriori incertezze e di scelte destabilizzanti il contratto nazionale». Così Giuseppe Farina, Segretario generale FIM Cisl sulla vertenza FIAT.

«L'Amministratore delegato della Fiat ha ragione quando afferma che l'incertezza è la cosa peggiore per chi deve investire ingenti risorse e portare avanti un progetto impegnativo come Fabbrica Italia - osserva Farina in una nota ricordando che «lo è per la Fiat e lo è anche per la Fim Cisl e per i sindacati che hanno sostenuto il progetto».
«Nel progetto Fabbrica Italia - prosegue - noi non mettiamo soldi ma ci abbiamo messo molta faccia, molto impegno e responsabilità. Gli affidamenti politici e le condizioni tecnico-contrattuali che la Fiat ha chiesto per assicurare la governabilità degli stabilimenti ci sono tutti, non c'è quindi alcuna ragione per rinviare ulteriormente l'avvio definitivo di Fabbrica Italia e neanche la convocazione dell'incontro su Mirafiori che ci è stato assicurato si sarebbe svolto nel mese di novembre. Il mancato consenso di una sola delle organizzazioni sindacali metalmeccaniche, peraltro minoritaria in Fiat, non può essere ragione di ulteriori incertezze e/o di scelte inutilmente destabilizzanti il sistema contrattuale vigente, che, soprattutto dopo l'introduzione nel Contratto nazionale del 2009 della nuova disciplina sulle deroghe, e la revoca del Contratto del 2008, è assolutamente in grado di sostenere le esigenze contrattuali di Fabbrica Italia. Siamo disponibili a un'ulteriore fase riorganizzativa del Contratto nazionale per rispondere meglio alle diverse esigenze settoriali presenti nell'industria metalmeccanica, a partire da quelle del settore Auto. Si può iniziare a lavorare da subito con Federmeccanica, ma è realistico pensare che occorrerà del tempo per concretizzare una così impegnativa riorganizzazione del Contratto nazionale e che ciò si possa decidere solo in sede di rinnovo del Ccnl. Ma Fabbrica Italia per essere avviata non ha bisogno di tutto ciò. Il consenso sindacale e dei lavoratori è peraltro ampio e forte, come testimoniato da: il risultato del referendum di Pomigliano, il fallimento degli scioperi proclamati dalla Fiom negli stabilimenti Fiat, e i risultati del questionario svolto tra i lavoratori di Mirafiori. Sono dati questi che confermano che chi non ha condiviso l'accordo di Pomigliano non solo è un sindacato minoritario, ma che le sue scelte sono già state sconfessate dai lavoratori della Fiat che invece credono in Fabbrica Italia e sono disponibili a condividerne sacrifici e risultati. Bisogna fare quello che serve, fare di più oltre che inutile è anche dannoso, perché rialimenterebbe la polemica politica e il vergognoso teatrino mediatico, che darebbe e non sottrarrebbe forza a chi vuole apparire vittima e a chi ha tutto l'interesse di «spostarla in politica» per coprire un fallimento sindacale e la perdita di consenso e di capacità di iniziativa fra i lavoratori della Fiat. Chiedo alla Fiat cocnlude Farina - di convocare il tavolo di confronto su Mirafiori e di procedere all'attuazione di Fabbrica Italia all'interno del sistema contrattuale e con i sindacati che condividono il progetto, non usando il pretesto - peraltro infondato - delle mancate garanzie di governabilità degli stabilimenti per ricercare inutili e solitarie avventure contrattuali. Invito la Fiom e la Cgil a riflettere sul grave errore fatto a Pomigliano, a rimboccarsi le maniche come la Fim ha già fatto, e a non creare alibi alla Fiat per un ulteriore ritardo nell'avvio del progetto Fabbrica Italia».