PAC, Fedagri: superare le divisioni ideologiche
Il presidente Gardini: «I problemi delle imprese agricole sono problemi di reddito, che non hanno colore»
BRESCIA – «Sulla PAC post-2013 si gioca il futuro della nostra agricoltura: è ora di superare frammentazioni e divisioni ideologiche e portare a casa risultati concreti, che aiutino le imprese agricole a risolvere i loro problemi, che non hanno colore, non sono gialli, né verdi, né rossi, perché riguardano sostanzialmente la difesa del proprio reddito. Pur in presenza di un rischio reale di riduzione delle risorse finanziarie, le misure della nuova PAC potrebbero rivelarsi del tutto vane se non riusciranno a garantire l’obiettivo primario di tutelare la competitività delle aziende che operano nel comparto».
Lo ha detto il Presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento al convegno organizzato oggi a Brescia da Fedagri Lombardia dal titolo «Mutualità, competitività e territorio: la PAC del futuro per la cooperazione agroalimentare», al quale hanno partecipato anche l’Assessore regionale all’agricoltura Giulio De Capitani e il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro.
LA PROPOSTA - «Da parte nostra – ha continuato Gardini – abbiamo scritto da mesi una proposta congiunta sulla nuova PAC insieme alle altre sigle della cooperazione agroalimentare (Legacoop e Agci-Agrital) che abbiamo consegnato al Ministero delle Politiche agricole e ai parlamentari europei della Commissione agricoltura.
Azione che ovviamente non è sufficiente, ma abbiamo voluto tracciare un metodo, che è quello della condivisione delle proposte con le altre associazioni. Rinnoviamo il nostro appello a tutte le organizzazioni di rappresentanza di questo paese perché si rendano disponibili a sedersi intorno ad un tavolo a discutere. Oggi il dibattito sulla PAC è in corso da mesi, Francia e Germania hanno già raggiunto una posizione unitaria, noi siamo in ritardo ed è indispensabile che il nostro paese si presenti in Europa con una posizione condivisa».
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