20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Nel periodo 2011-2013

Unicredit, Fabi: con «banca unica» 4.700 esuberi

Il Segretario Sileoni: «L'effetto Marchionne ha purtroppo contagiato»

MILANO - Unicredit ha comunicato ai sindacati che il piano di riorganizzazione legato alla 'banca unica' prevede 4.700 esuberi da realizzare nel periodo 2011-2013. E' quanto riferisce in una nota Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. L'avvio oggi del confronto tra l'azienda e i sindacati era stato preannunciato ieri dall'amministratore delegato di UniCredit, Alessandro Profumo. L'effetto Marchionne Fiat - commenta il sindacalista - ha purtroppo contagiato, come un effetto domino, anche il gruppo Unicredit».

Non condividiamo - aggiunge il segretario generale Fabi Lando Sileoni - i 4.700 esuberi che secondo Unicredit esistono all'interno del gruppo. Prevediamo pertanto da settembre, quando inizierà la trattativa con le organizzazioni sindacali, un aspro e duro confronto non solo sui numeri ma soprattutto su quel modello organizzativo, che dal 2007 ad oggi ha prodotto esclusivamente la fuoriuscita dal gruppo di 10mila lavoratori oltre ai 4.700 dichiarati oggi, e di altri 1.500 lavoratori che hanno seguito la cessione ad altre banche di 500 sportelli Unicredit».

Proprio qualche giorno fa - ricorda il sindacalista - il presidente dell'esecutivo dell'Abi, Francesco Micheli, e il neo presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, prendevano pubblicamente le distanze dal nuovo modello di relazioni sindacali e industriali inaugurato da Marchionne nella Fiat, che scarica solo sui lavoratori il costo delle riorganizzazioni e delle fusioni. Mussari e Micheli alla stampa hanno recentemente dichiarato che 'il modello industriale del settore del credito è e rimarrà concertativo'».

Tutti gli argomenti presentati oggi a Milano - sottolinea ancora - anticipano di fatto, con la pretesa di modificarlo profondamente, l'attuale contratto nazionale di lavoro che da settembre le organizzazioni sindacali dovranno discutere in Abi.

Delle due l'una: o Profumo pensa di farsi un contratto nazionale a parte, oppure ha deciso di imporre al settore del credito quel modello organizzativo che ha presentato oggi a Milano alle organizzazioni sindacali».