Quote latte: 2,4 mld da restituire agli allevatori
Restano ad oggi 1300 splafonatori (che hanno prodotto negli anni più della quota assegnata) che non sono in regola e non hanno mai pagato multe
ROMA - I produttori di latte in regola hanno subito costi per la gestione delle quote latte pari a 2,42 miliardi di euro dei quali 1,7 miliardi per l’acquisto di quote, 150 milioni per l’affitto di quote, 220 per il versamento del prelievo e 350 milioni per l’adesione alla rateizzazione prevista dalla legge 119/03. E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti nel quale si sostiene tra l’altro che «se gli accertamenti in corso sono così «importanti» da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti, ma visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca 2,4 miliardi di euro a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi».
La questione quote latte è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992 con la legge 468 poi il 2003 con la legge 119 e infine il 2009 con la legge 33, sono le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte in Italia. Degli attuali 40mila allevatori oggi in attività nel nostro Paese (erano 120mila nel 1996) sono solo un po’ più un migliaio (1300) quelli che devono alle casse dello Stato 1,7 miliardi di euro di multe maturate in questi ultimi anni. Molti allevatori si sono messi in regola in questi ultimi anni, 15mila hanno rateizzato con la legge 119 del 2003, per 350 milioni di euro, mentre altri 220 milioni di «multe» sono stati regolarmente pagati in questi ultimi 12 anni. Con l’aumento di quota nazionale previsto dalla legge 33 quest’anno per la prima volta - riferisce la Coldiretti - il nostro Paese non supera la propria quota nazionale e quindi per la prima volta non saranno pagate «multe» all’Unione Europea. Inoltre, con la stessa legge 33 circa 15mila posizioni (tra possessori di quota B, affittuari di quota e altri produttori) sono state sistemate.
Restano ad oggi 1300 splafonatori (che hanno prodotto negli anni piu’ della quota assegnata) che non sono in regola e non hanno mai pagato multe ai quali l’emendamento nella manovra consente una ulteriore dilazione di sei mesi nel pagamento. Le motivazioni di questa dilazione sono anche legate, secondo l’emendamento, alla necessità di accertamenti che lo Stato dovrebbe ancora fare sull’effettivo superamento, negli anni passati, da parte dell’Italia della quota assegnata. Ecco perché la Coldiretti, nel corso delle mobilitazioni in tutto il Paese, da Roma a Milano fino a Bari ha sostenuto che «se lo Stato si è sbagliato a fare i conti intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie».