Fiat, ultima chiamata per Pomigliano
In ballo il futuro della fabbrica. Fim e Uilm favorevoli all'intesa, Fiom cauta. Al pressing partecipa anche il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia
ROMA - Incontro decisivo tra Fiat e sindacati per il futuro dello stabilimento campano di Pomigliano d'Arco.
Oggi pomeriggio l'azienda e i rappresentanti dei lavoratori si riuniranno a Roma per tentare di concludere la trattativa sul piano 'Futura Panda a Pomigliano', il progetto di rilancio della fabbrica per evitare il rischio che la produzione dell'utilitaria sia trasferita all'estero. Fim-Cisl, Uilm e Fismic sono favorevoli a trovare un'intesa, anche se con alcune modifiche alla proposta aziendale, mentre l'atteggiamento della Fiom-Cgil è più cauto e meno disponibile a cedere sulle deroghe alle leggi e al contratto nazionale. Per ogg, quindi, si profila una no-stop nel tentativo di raggiungere un accordo.
L'incontro inizierà alle 15 nella sede di Confindustria, dopo la riunione della mattina al ministero dello Sviluppo economico sulle prospettive dello stabilimento siciliano di Termini Imerese, questione che soprattutto per la Fiom è strettamente legata al negoziato su Pomigliano. Sulla fabbrica in provincia di Napoli il Lingotto è pronto a investire 700 milioni per la ristrutturazione, iniziando così a produrre la nuova Panda dalla metà del 2011. Un investimento condizionato però a un'intesa con i sindacati sull'organizzazione del lavoro, con la richiesta di maggiore flessibilità. Altrimenti, secondo l'amministratore delegato Sergio Marchionne, c'è il pericolo che l'auto sia prodotta in un altro Paese.
Per i sindacati, in particolare, i punti più delicati del documento proposto dalla Fiat riguardano le sanzioni sulle malattie ritenute ingiustificate e le sanzioni alle organizzazioni sindacali, nel caso in cui non rispettino gli accordi. Il timore è che, con un'intesa del genere su Pomigliano, si vogliano in qualche modo rifondare i rapporti tra azienda e lavoratori nell'intero gruppo, e che in tempi di crisi diritti e tutele conquistati negli anni possano essere accantonati.
Mentre i sindacati si confrontano, anche per cercare una posizione comune («è vitale arrivare domani a un accordo condiviso», avverte l'Ugl), è molto alta anche l'attenzione del mondo industriale. Un pressing cui partecipa anche il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, che nei giorni scorsi ha richiamato i rappresentanti dei lavoratori, e la Fiom in particolare, a un gesto di responsabilità in una fase molto difficile per il sistema produttivo nazionale.
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