Crisi ungherese, Draghi: le banche italiane non sono in pericolo
Il segretario di Stato Varga: «Centreremo il contenimento del deficit nel 2010». Il Commissario UE Rehn: «Esagerazioni»
BUDAPEST - Marcia indietro del governo dell'Ungheria sugli allarmi di rischi di insolvenza lanciati ieri, su cui i mercati mondiali avevano trovato nuovi spunti nell'ondata di forti cali. A paventare rischi sui conti pubblici era stato un portavoce del governo, ma oggi il segretario di Stato Mihaly Varga, figura di spicco della maggioranza sulle questioni economiche, ha affermato che questi commenti erano «esagerati e sfortunati». Allo stesso tempo ha ribadito che il governo intende contenere come previsto il deficit di bilancio del 2010 al 3,8 per cento del Pil. Anche se questo obiettivo richiederà, ha puntualizzato, misure «immediate e urgenti».
Proprio Varga è a capo di una commissione del nuovo governo di centro destra incaricata di effettuare una ricognizione sullo stato dei conti pubblici. In un contesto dei mercati che ormai da mesi sono sotto tensione dal dissesto di bilancio della Grecia, e dalle pressioni sui conti di altri paesi dell'area euro, le frasi allarmate di ieri del portavoce dell'esecutivo avevano scatenato un putiferio. Wall Street, già depressa per dati sul mercato del lavoro di maggio meno solidi del previsto, dopo il montare degli allarmi sull'Ungheria aveva visto l'indice Dow Jones chiudere con una caduta del 3,15 per cento.
REHN - Oggi a smorzare gli allarmi sul caso Ungheria è stato anche il commissario europeo agli Affari economici, Olli Renh, secondo cui si è trattato di «esagerazioni», così come sugli allarmi sull'euro. «L'Ungheria ha compiuto seri progressi nel consolidamento delle sue finanze pubbliche negli ultimi due anni», ha rilevato incontrando i giornalisti al termine del G20 finanziario a Busan, in Corea del Sud.
DRAGHI - Le banche italiane non corrono pericoli sistemici a causa della crisi finanziaria ungherese. Lo ha affermato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi parlando al G20 che si è svolto a Busan in Corea del Sud. «Le banche - ha detto Draghi - sono adeguatamente capitalizzate. Hanno un modello tradizionale di business e di gestione del rischio che le mette al riparo».
TRICHET: L'EURO E' SOLIDO - In difesa della divisa dell’Ue a 16 si è schierato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, anch’egli presente a Busan. L’euro «è una moneta solida, una moneta credibile, che ha mantenuto il suo valore in termini di stabilità dei prezzi», ha affermato Trichet.
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