Napolitano: l'equità dipende da governo
L'auspicio del Presidente della Repubblica: «Investire in formazione per avere un futuro in Ue e nel mondo»
ROMA - «Io posso auspicare che la manovra sia equa e attenta a tante esigenze ma le manovre non le faccio io. C'è un decreto del governo che si è assunto la responsabilità e c'è il Parlamento che lo discute». Risponde così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai giornalisti che, durante la sua 'passeggiata' nei giardini del Quirinale oggi aperti al pubblico per la festa del 2 giugno, gli chiedono se ritenga equa la manovra economica varata dall'esecutivo.
«Non mi pronuncio nel merito del decreto - aggiunge il Capo dello Stato - e non intendo farlo. Nei contatti con il governo io ho messo solo l'accento su alcune esigenze che corrispondono ai principi fondamentali della nostra Costituzione, esigenze di promozione della cultura, della ricerca, dell'educazione, della formazione al massimo livello che è la condizione per avere futuro in Europa e nel mondo».
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