6 maggio 2024
Aggiornato 08:30
La manovra economica

Sereni: per ora non ci siamo

«Condono e la lotta evasione non si tengono, non ci stiamo a incoerenze»

ROMA - «Da giorni è cominciato il «canto delle sirene» che invita il Pd a sostenere la manovra, necessaria ad evitare per l'Italia il «rischio Grecia». Nessuno però ricorda che in questi due anni il governo ha sistematicamente sminuito la dimensione straordinaria della crisi e ha costantemente negato, tacciando l'opposizione di catastrofismo, ciò che oggi è invece drammaticamente evidente: che l'Italia con il suo debito pubblico enorme e la bassa crescita ha bisogno di misure vere di risanamento e di riforme in grado di far ripartire l'economia». Lo dichiara Marina Sereni, vicepresidente dell'Assemblea nazionale del Pd.

NON CI SIAMO - «Se Berlusconi e Tremonti vorranno confrontarsi in Parlamento - aggiunge Sereni - l'opposizione discuterà nel merito su ciascun punto della manovra. Già da ora debbono tuttavia sapere che una seria lotta all'evasione fiscale è incompatibile con l'ennesimo condono (edilizio) e che non si può scaricare i tagli di spesa principalmente sulle spalle dei lavoratori dipendenti, privati e pubblici, degli imprenditori e degli Enti Locali, quando i responsabili di questa crisi sono coloro che in questi anni si sono arricchiti speculando sui debiti degli Stati e delle famiglie e giocando sui mercati finanziari senza regole».
«Se ci vogliono sacrifici che almeno si abbia il coraggio di scontentare coloro che hanno di più e immeritatamente. Misureremo dai fatti se l'equità e l'etica sono, oltre che oggetto di colte conferenze del ministro Tremonti, anche la bussola vera delle scelte che il governo proporrà stasera al Paese», conclude Sereni.