26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
La manovra

Prodi: Tremonti non cerchi la popolarità

I consigli dell'ex presidente del Consiglio: «Ragionati dubbi che 27 miliardi da generici risparmi di spesa»

ROMA - Romano Prodi invita il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a non cercare la popolarità, al momento di mettere a punto la manovra economica, e di «non squilibrare ulteriormente la distribuzione del reddito», che negli ultimi anni in Italia ha già penalizzato il lavoro.

DUBBI SUI RISPARMI - Negli ultimi quindici anni la quota di Pil che va a remunerare il fattore lavoro (pensioni comprese) è calata di otto punti percentuali», afferma l'ex Presidente del Consiglio in un editoriale sul Messaggero, per cui «in Italia il lavoro paga quasi 50 miliardi di tasse in più rispetto alla quota di reddito percepita». Sulla manovra, Prodi afferma: «Non avendo alcuna possibilità di sapere come questi 27 miliardi saranno raccolti ed avendo ragionati dubbi che la quasi totalità di essi possa venire da generici risparmi della spesa, mi sembra opportuno che il ministro dell'Economia si ponga almeno l'obiettivo di non squilibrare ulteriormente la distribuzione del reddito. Non è certo un compito facile soprattutto quando si è abolita l'Ici anche per le categorie di reddito più elevate e quando ogni suggerimento di usare le imposte a scopo almeno parzialmente redistributivo viene ritenuto un modo illegittimo di mettere le mani in tasca agli italiani. D'altra parte il mestiere del ministro dell'Economia non è mai stato un mestiere popolare. Tuttavia i peggiori ministri sono sempre stati quelli che hanno cercato la popolarità ad ogni costo».
Dobbiamo pur convenire che i lavoratori privilegiati e protetti debbono dare un doveroso contributo per farci uscire dalle difficoltà in cui siamo - scrive a mo' d'esempio Prodi - ma non possiamo illuderci che il necessario sacrificio di ventimila pubblici dipendenti possa essere decisivo per il risanamento delle finanze pubbliche».