28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Elevato anche il cuneo fiscale che è al 46,5%

Ocse, Italia: salari sempre più bassi

Nel 2009 il nostro Paese al 23esimo posto su 30, lo stesso dell'anno precedente. Guadagni però inferiori del 16,5% rispetto alla media

ROMA - Nel 2009 il reddito lordo di un lavoratore senza figli in Italia è sceso a 26.181 euro dai 26.304 euro registrati l'anno precedente. E' quanto emerge da uno studio, denominato «Taxing Wages», pubblicato oggi dall'Ocse. In calo, conseguentemente, anche il salario netto, passato nello stesso periodo a quota 18.503 euro dai 18.578 euro del 2008. Un anno, quest'ultimo, in cui si era verificato un netto incremento rispetto ai 17.903 euro del 2007.

CLASSIFICA - Dallo studio emerge inoltre che considerando un criterio più omogeneo adottando valori in dollari col metodo della parità di potere d'acquisto, l'Italia registra un salario netto, sempre per un lavoratore senza carichi di famiglia, che lo scorso anno ha toccato i 22.027 dollari nel 2009, ben al di sotto dei 26.395 della media Ocse.
Il nuovo rapporto dell'organizzazione parigina permette di quantificare anche il cuneo fiscale, vale a dire il peso di tasse e contributi sui salari, che nel 2009 in Italia è rimasto stabile al 46,5% del costo del lavoro complessivo collocando il Paese al sesto posto della classifica dei paesi membri dell' Ocse, sempre partendo dall'ipotesi di un individuo senza figli. La graduatoria è guidata da Belgio, Ungheria e Germania, con livelli pari rispettivamente al 55,2%, al 53,4%, e al 50,9% mentre all'estremo opposto si colloca il Messico (15,3%) Se invece di un individuo si prende in considerazione una famiglia monoreddito con due figli il peso del cuneo fiscale scende al 35,7% con un livello che colloca l'Italia al nono posto.

CODACONS: IN CRISI UNA FAMIGLIA SU TRE - Secondo i dati resi noti oggi dall’Ocse, l’Italia è la maglia nera per i salari, collocandosi al 23° posto nella classifica dei trenta Paesi che fanno parte dell'organizzazione di Parigi, con guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media.
Per il Codacons questo dato conferma quanto l’associazione di consumatori sta sostenendo dal 2002, anno di introduzione dell’euro: i prezzi ed il costo della vita da allora ad oggi sono raddoppiati, mentre stipendi, salari e pensioni sono rimasti al palo.
La mancata difesa dei salari reali e del potere d’acquisto delle famiglie ha ridotto sul lastrico sempre più persone, sono aumentate le disuguaglianze ed è aumentato anche il divario con gli altri Paesi Ue in termini di reddito pro capite.
Per il Codacons sono ormai in crisi una famiglia su tre, ossia più di un terzo delle famiglie non riesce a far quadrare il bilancio domestico e non è in grado di fronteggiare una eventuale spesa imprevista.
Per questo il Governo non può continuare a lavarsene le mani come ha fatto fino ad ora, accontentandosi di provvedimenti spot come il decreto incentivi e la social card, una miseria di 40 euro, non dati nemmeno alle 1.300.000 persone preventivate.