Napolitano: il lavoro a volte ingiustamente mortificato
«Non si perda il senso della Festa. E' il fondamento della Repubblica, non un residuato post-bellico». Berlusconi: «Bisogna tutelare i giovani»
ROMA - Il «mondo e il valore del lavoro» hanno conosciuto nel nostro Paese «ingiuste mortificazioni, in tempi recenti». Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano celebrando al Quirinale la Festa del Lavoro.
«L'articolo 1 della nostra Costituzione - ha sottolineato Napolitano - pone il lavoro a fondamento della Repubblica e non si tratta di un residuato post-bellico di singolare marca italiana. Quel valore - ha aggiunto - è la chiave dell'economica sociale di mercato cui la più recente e attuale Carta di principi e di indirizzi dell'Unione Europea, il Trattato di Lisbona, ancora il progetto dell'Europa unita».
Anche per questo il Capo dello Stato ha messo in guardia dal rischio di «perdere il senso» della festa del Lavoro, giornata «di riflessione e impegno» ma senza dimenticare «il dato originario della festa come espressione di una nuova coscienza di sè, come manifestazione gioiosa da parte del mondo del lavoro, dello status di libertà e dignità conquistato, da affermare e consolidare, nel processo di sviluppo della società moderna.
«SFRUTTAMENTO INTOLLERABILE» - Riferendosi ai fatti di Rosarno e alla scelta delle confederazioni sindacali di svolgere nella cittadina calabrese la principale manifestazione di questa giornata, Napolitano ha rilevato come «i fenomeni di sfruttamento schiavistico del lavoro degli immigrati, di ostentata e violenta illegalità a fini di manipolazioni per il mercato del lavoro sono intollerabili in un Paese civile, nell'Italia democratica, e vanno stroncati con ogni energia». Il capo dello Stato ha aggiunto che nulla «può giustificare violazioni evidenti delle leggi e dei diritti dei lavoratori, neppure la più critica delle congiunture economiche».
BERLUSCONI: «PENSIAMO AI GIOVANI» - Il Pdl rappresenta i lavoratori e in particolare i giovani; il governo li tutela. E' il messaggio di Silvio Berlusconi per il primo maggio. «Per il Popolo della Libertà, cioè per una grande forza politica rappresentativa anche degli interessi e delle speranze della maggioranza dei lavoratori italiani, il 1 maggio è l'occasione per confermare l'impegno del governo per la tutela dei diritti dei lavoratori, in particolare dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro senza più le garanzie, le certezze e le opportunità dei loro padri, in un tempo di crisi e di epocali trasformazioni dell'economia e della società» afferma il presidente del Consiglio in una nota diffusa in occasione della Festa del Lavoro.
«Ora che si percepiscono anche in Italia i primi incoraggianti segni di una possibile ripresa dell'economia, dobbiamo proseguire lungo la strada della collaborazione tra le parti sociali, di un'alleanza tra lavoratori e imprenditori, superando gli antistorici e dannosi steccati ideologici del passato, sulla base degli interessi comuni» prosegue la nota. del Lavoro. «L'azione del nostro governo, sostenuto con lealtà e determinazione dalle forze politiche della maggioranza - rivendica Berlusconi - ha consentito di attutire le conseguenze più drammatiche della crisi internazionale, di non far mancare il sostegno dello Stato alle aziende e ai lavoratori più colpiti dalle difficoltà economiche, garantendo nel contempo la stabilità finanziaria e i risparmi delle famiglie».
«La festa del 1 maggio, infine, ci consente di ribadire la nostra concezione dello sviluppo economico e sociale della società - conclude il premier - saldamente ancorata ai valori della dottrina sociale della Chiesa, arricchita dalla recente enciclica del Santo Padre, e alla luce della tradizione liberale e del riformismo laico e socialista».
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