26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
La crisi del debito

Fine settimana decisivo per il piano di aiuti alla Grecia

Domenica ci sarà l'eurogruppo, ma prima vanno completati i negoziati in corso ad Atene fra la Commissione Ue, la Bce e l'Fmi

BRUXELLES - Con l'annuncio della riunione dell'eurogruppo di domenica prossima, confermato ieri dal suo presidente, Jean-Claude Juncker, sono ormai abbastanza chiare le prossime e ultime tappe della lunga e complicata sequenza di atti e decisione che dovrebbero portare, quasi sicuramente entro la metà di maggio, all'esborso di almeno una prima 'tranche' dei prestiti del meccanismo congiunto eurozona/Fmi per l'assistenza finanziaria alla Grecia. La riunione dei ministri finanziari dell'eurogruppo, dovrebbe svolgersi fisicamente a Bruxelles (e non per teleconferenza come si ipotizzava stamattina) alle 16 di domenica, e sarà seguita da una conferenza stampa congiunta di Juncker e del commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.

Prima della riunione, comunque dovranno terminare i negoziati in corso ad Atene fra la Commissione Ue, la Bce e l'Fmi, da una parte, e il governo greco dall'altra, sul programma triennale di consolidamento di bilancio e di riforme strutturali in Grecia. Il programma triennale accompagnerà il piano di aiuti, e la sua realizzazione per fasi sarà una condizione per sbloccare le 'tranche' successive dei prestiti del meccanismo eurozona/Fmi: 45 miliardi di euro nel 2010, e una cifra forse di poco inferiore nei due anni successivi, per un totale di almeno 120 miliardi di euro (l'ammontare esatto non è ancora stato comunicato).

I negoziati di Atene continuano da quasi due settimane (gli esperti dell'Fmi erano arrivati il 19 aprile, come previsto, quelli della Commissione e della Bce sono sbarcati con con due giorni di ritardo a causa delle nube di ceneri del vulcano islandese), ma dovrebbero essere ormai alle ultime battute. Il ministro delle Finanze greco, George Papacostantinou, ha stimato ieri che si è «molto vicini a un accordo positivo» per un piano di consolidamento finanziario «senza precedenti». Il programma comprenderà scelte difficilissime per il governo di Atene e molto dure per la popolazione. Negli ultimi giorni, secondo diverse fonti, le discussioni state rallentate proprio dalla resistenza greca a introdurre ulteriori misure impopolari richieste da europei ed Fmi.

Appare già scontata, invece, l'altra precondizione perché possa essere sottoposta ai paesi dell'euro la decisione di domenica: il parere positivo sull'attivazione del meccanismo di assistenza che dovranno dare congiuntamente la Commissione europea e la Bce, dopo aver esaminato la richiesta greca e concluso che effettivamente, visti i tassi d'interesse e lo 'spread' con i 'bund' tedeschi, Atene non può più rifinanziare il suo debito sovrano rivolgendosi al mercato (è la clausola 'ultima ratio', su cui hanno insistito in particolare i tedeschi). In realtà, questo parere sarebbe già pronto, ma Commissione e Bce stanno aspettando la fine dei negoziati di Atene per comunicarlo simultaneamente all'approvazione del programma di aggiustamento triennale.

Il parere positivo della Commissione e della Bce e l'accordo sul programma triennale di consolidamento di bilancio (che secondo fonti sindacali riportate dall'Afp ad Atene potrebbe prevedere una riduzione del deficit pubblico greco di ben dieci punti percentuali in soli due anni, dal 14% del 2009 al 4% nel 2011, con un taglio della spesa pubblica di 25 miliardi di euro) dovranno essere insomma sul tavolo sul tavolo dei ministri delle finanze quando comincerà la riunione dell'eurogruppo, domenica pomeriggio.

Materialmente, i soldi arriverebbero nelle casse greche prima della data cruciale del 19 maggio, quando verrano a scadenza bond del debito pubblico per a 8,5 miliardi di euro. Ma la speranza è che i mercati già dai prossimi giorni la smettano di scommettere sul 'default' della Grecia, o su una ristrutturazione del suo debito sovrano, ipotesi che, ha ripetuto oggi la Commissione per l'ennesima volta, è «del tutto esclusa per qualunque Stato membro dell'euro», e non è mai stato contemplata per fra le soluzioni possibili per la Grecia.