3 maggio 2024
Aggiornato 10:00
La crisi del debito

La Germania verso il sì agli aiuti per Atene

Forse l'ok al piano entro il 7 maggio, ma Atene mette paletti: «No al taglio dei salari»

BERLINO - La Germania, fino ad oggi restia alla concessione degli aiuti europei alla Grecia in crisi, si dice ora disponibile a fare la sua parte, forse già entro il 7 maggio. In quella data potrebbe essere approvato l'aiuto finanziario tedesco, dice Berlino. Con un impegno promesso pari a 8,4 miliardi di euro, su di un totale di 30 miliardi della zona euro, la Germania sarebbe il maggior contributore al piano di salvataggio della Grecia, che includendo il contributo del Fondo Monetario Internazionale salirà a 45 miliardi. Forti sono le pressioni sul governo di Angela Merkel: il presidente della Banca Centrale europea, Jean-Claude Trichet proprio oggi da Berlino ha detto che c'è una «necessità assoluta che la Germania decida rapidamente».

120 miliardi in tre anni - Trichet e il presidente del Fmi Dominique Strauss-Kahn a Berlino hanno incontrato un gruppo di deputati tedeschi, i quali riferiscono che la Grecia avrà bisogno di aiuti tra i 100 e i 120 miliardi di euro in tre anni, fino alla fine del 2012.
Il timore dei partner europei è che la crisi greca trascini tutta la zona euro con sé e oggi si registrano pesanti perdite su tutte le borse, all'indomani del doppio declassamento registrato dai titoli pubblici di Grecia e Portogallo da parte dell'agenzia di rating Standard & Poor's. Ieri sera Stardard & Poor's ha ridotto a livello di «junk» (spazzatura) il rating sui titoli greci.

No a tagli salariali - Il premier greco Georges Papandreou ha invocato l'aiuto dell'Europa per evitare che «il fuoco» della crisi si «diffonda all'economia mondiale», ma il governo greco ha fatto sapere che i tagli salariali non potranno far parte delle misure di austerità chieste al Paese in cambio degli aiuti. E le organizzazioni confederali hanno deciso di convocare uno sciopero generale mercoledì 5 maggio, del settore pubblico e privato, per difendere i diritti sociali ed economici dei lavoratori. Dal canto suo, la Commissione Ue ha assicurato che non c'è rischio di contagio per l'Europa. «Al momento non vediamo rischi di contagio» ha detto il portavoce agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.