28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
La crisi del debito

La Csu bavarese: fuori Atene dalla zona euro

Friedrich al settimanale Spiegel: «Non è un tabu». Merkel: «Troppa speculazione». Papandreou: «Il nostro obiettivo è riconquistare l'autonomia»

BERLINO - La Csu tedesca chiede che la Grecia venga espulsa dalla zona euro. Un simile passo, «non deve essere considerato un tabù», ha spiegato al settimanale Der Spiegel Hans Peter Friedrich, capogruppo nel parlamento bavarese del partito cristiano-sociale, gemello della Cdu del cancelliere Angela Merkel. Nell'ambito dei 45 miliardi di euro a sostegno della Grecia da parte dell'Ue e dell'Fmi, la Germania se ne dovrebbe accollare 8,4 miliardi.

Merkel: «Troppa speculazione» - Serve una miglior regolamentazione dei mercati finanziari internazionali, caratterizzati ancora da «troppa speculazione» come testimoniato dalla crisi economica in Grecia. Lo ha affermato il cancelliere tedesco, Angela Merkel, nell'ormai tradizionale discorso del sabato trasmesso in radio e su Internet. La Merkel ha sottolineato che la Germania «ha chiesto alla Commissione Europea di avanzare proposte per proibire simili speculazioni». Il cancelliere tedesco ha inoltre evidenziato l’importanza di istituzioni finanziarie internazionale come l'Fmi (il Fondo monetario internazionale) nel creare regole più efficaci e a loro ha rivolto un appello per favorire la creazione di una crescita «ecologicamente e socialmente compatibile» in tempi di globalizzazione.

Papandreou: «Ritrovare la credibilità» - Gli esperti europei e del Fondo monetario internazionale non lasceranno la Grecia «con il lancio di pietre», ma solo dopo che il Paese «avrà rimesso in ordine» l'economia e ritrovato «la sua credibilità». Lo ha affermato il primo ministro greco Georges Papandreou, sottolineando che «a causa del deficit ellenico, sono prima arrivati gli esperti dell'Unione europea e poi quelli dell'Fmi». Si tratta di «una sorta di tutela che non è piacevole», ha spiegato il premier agli abitanti di Kremasti, sull'isola di Rodi, nel sud est del mar Egeo. «La lotta» del governo è «per riconquistare la nostra autonomia, la nostra libertà, per liberare la Grecia dalla tutela sotto la quale siamo stati posti» a causa delle forze conservatrici, ha continuato il premier, facendo riferimento al governo precedente.
Ieri sera ad Atene, un migliaia di manifestanti della sinistra radicale è sceso in strada contro la decisione del governo di ricorrere agli aiuti dell'Ue e dell'Fmi. Ci sono stati momenti di tensione con lancio di pietre e bottiglie incendiarie contro gli agenti di polizia. Alcune vetrine di negozi e banche della capitale sono state danneggiate.
Dopo sette mesi di tempesta sui mercati la Grecia ha lanciato il suo Sos, chiedendo l'attivazione del meccanismo di aiuti. A disposizione di Atene dovrebbero esserci in totale 45 miliardi di euro, di cui 30 messi sul piatto dai partner dell'eurozona.