I precari contro le liste regionali: addio prof competenti
Con il ddl annunciato dalla Gelmini prevarrà dialetto su bilinguismo UE
ROMA - I precari della scuola respingono con forza il progetto, paventato dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, di introdurre a partire dal 2011 delle graduatorie regionali degli aspiranti docenti: lo considerano iniquo, ma anche una vera e propria «trappola del tutti contro tutti». A farsi promotore della contrarietà per l'annunciato provvedimento,da tempo rivendicato dalla Lega e che approderà presto in parlamento attraverso un ddl ad hoc, è Maristella Curreli, presidente dei Comitati insegnanti precari.
«Con questo sistema si creeranno - dice ad Apcom la leader di Cip - graduatorie non più imperniate su competenze ed esperienze ma sulle provenienze, non più sullo spessore culturale ma sulla ristrettezza e la pochezza dell'identità regionale. O, peggio ancora, provinciale. E giù giù, fino alla frazione, alla contrada, al bar o alla taverna».
Per i candidati all'insegnamento, in diversi casi in lista da attesa da anche vent'anni, come la stessa Curreli, con il modello auspicato dal ministro Gelmini «il dialetto diverrà prevalente rispetto al bilinguismo europeo, come la provenienza etnica e religiosa, come la casta o il censo. E il tutto - continua la rappresentante dei precari - in piena coerenza con la sottocultura dell'egoismo e dell'emarginazione contrapposta alla solidarietà e all'intercultura dell'integrazione e dell'internazionalizzazione».
I precari si sentono abbandonati: se il ddl annunciato dal ministro si trasformerà in legge, in decine di migliaia, soprattutto con origini del sud, rischierebbero di ritrovarsi in graduatoria scavalcati da colleghi molto più giovani ma che hanno il 'merito' di essere residenti nella regione dove operano.
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