12 dicembre 2024
Aggiornato 06:00
«Una giornata storica»

Ogm, Zaia firma il decreto anti-biotech

Il Ministro: «Non siamo oscurantisti ma rispettiamo il volere del popolo». Apprezzamento delle organizzazioni agricole

ROMA - E' stato firmato dal ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, il decreto di stop alle coltivazioni di mais Ogm. «Ho voluto firmare pubblicamente questo decreto - ha detto il ministro - perché si tratta di un momento storico per l'agricoltura italiana. Un momento nel quale purtroppo bisogna constatare con amarezza la contrapposizione insanabile fra il partito dei pro-Ogm, che conta pochissimi sostenitori, e quello dei contrari agli Organismi geneticamente modificati, che sono invece la stragrande maggioranza dei cittadini, oltre il 75% secondo gli ultimi sondaggi e non credo che siano tutti leghisti». Il decreto firmato dal Ministro, passerà ora alla sottoscrizione dei ministri della Salute e dell'Ambiente. «Non siamo oscurantisti - ha spiegato - ma gente di buon senso, che rispetta il volere del popolo».

«Mancano le garanzie» - «La motivazione squisitamente tecnica della contrarietà - ha spiegato il ministro - è nell'assenza delle condizioni che garantiscano la coesistenza fra coltivazioni Ogm e coltivazioni Ogm-free, come previsto dalla legge, condizioni che da più parti, dove forse non si ha chiaro che la libertà propria finisce laddove comincia quella del vicino, si sta tentando di presentare come fatto irrilevante».
La decisione di Zaia arriva a meno di 24 ore dalla quella presa all'unanimità dalla Commissione prodotti sementieri geneticamente modificati di negare l'autorizzazione alla coltivazione dello stesso mais. «La Commissione, riunitasi ieri e composta da due rappresentanti del Mipaaf, due del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, due del Ministero della Salute, dai rappresentanti delle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto, ha dato un segnale chiaro e in linea con il volere del popolo sovrano, che noi siamo intenzionati a rappresentare e difendere fino in fondo».

Cia: «Ora serve un piano proteico» - «Lo ripetiamo per l’ennesima volta: l’agricoltura italiana, tipica e diversificata, non ha bisogno degli Ogm. E, quindi, accogliamo con apprezzamento la firma del decreto che blocca nel nostro Paese le coltivazioni transgeniche». Il presidente della Cia Giuseppe Politi commenta così la firma, da parte del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, del provvedimento di stop al biotech dopo la decisione della Commissione sementi di negare l’autorizzazione ad un mais geneticamente modificato.
«Una misura del genere -sottolinea Politi- l’avevamo sollecitata subito dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato. E, oggi, anche in seguito alle decisioni assunte a livello Ue, in particolare il via libera alla patata transgenica ‘Amflora’, diventa ancora più importante avere una politica chiara su un argomento così delicato che investe la sfera etica».
«La nostra contrarietà agli organismi geneticamente modificati -rimarca Politi- non è ideologica. Siamo, infatti, convinti che in Italia ed in Europa è possibile produrre colture proteiche libere da Ogm, con beneficio per l’ambiente, la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori».
«Non a caso, da tempo chiediamo -rileva il presidente della Cia- che nell’Ue e in Italia si predisponga un Piano europeo e nazionale per le colture proteiche. E’, d’altra parte, inammissibile che il proteico fornito agli allevamenti sia per il 90 per cento soia di importazione, spesso geneticamente modificata, in quanto più economica. In Italia, complice la caduta dei prezzi di listino del mais in molte zone del Nord, la produzione di soia, ovviamente libera da Ogm, è raddoppiata e triplicata con prezzi di mercato interessanti e convenienti. Mentre, sempre in Italia, paese leader delle grandi Dop della zootecnia, si sono persi in pochi anni 30 milioni di quintali di ottimo mais non biotech in grado di fornire agli allevatori Italiani un prodotto di qualità».

Coldiretti: «Bene il Ministro» - Esprimiamo forte apprezzamento per la tempestiva firma del Decreto da parte del Ministro delle politiche Agricole Luca Zaia dopo la decisione assunta all’unanimità dalla Commissione sementi che, entrando nel merito, ha negato l’autorizzazione alla coltivazione del mais biotech in Italia. E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare la firma del decreto da parte del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia dopo la decisione di negare l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais ogm assunta dalla Commissione per le sementi istituita presso il Ministero delle politiche agricole.
La decisione unanime della Commissione sementi - sottolinea Marini - ha un valore ancora maggiore se si considera che in essa sono rappresentate, oltre ai Ministeri delle Politiche Agricole, della Salute e dell’Ambiente, le regioni italiane tra le piu’ importanti dal punto di vista agricolo che si sono pronunciati a favore di una Italia libera da ogm. Ci sentiamo in buona compagnia essendo in Europa ben 21 su 27 i Paesi dove non si coltiva mais geneticamente modificato (ogm) mentre in Italia - precisa Marini - non c’è sondaggio dal quale non emerga che tre italiani su quattro sono contrari e pertanto oggi plaudono a questa decisione.