27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Sicurezza alimentare

Zaia: no della Commissione sementi a un mais OGM

Soddisfatto il Ministro per le politiche agricole: «La decisione rassicura i consumatori, è passato il principio di cautela»

ROMA - «No» della Commissione sementi geneticamente modificate all'autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais Ogm. «La decisione presa oggi - commenta il ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia - appare particolarmente significativa perché presa all'unanimità da tutti i membri della Commissione. Sia i rappresentanti delle Regioni che quelli dei tre ministeri che la compongono si sono espressi per il principio di cautela che ha finora caratterizzato la politica agricola del Paese su questo delicato tema». Nella commissione, oltre Mipaaf, sono presenti il ministero dell'Ambiente, il ministero della Salute, le Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto.

SODDISFATTO IL MINISTRO - «Constato con soddisfazione - ha aggiunto Zaia - che la posizione che in questi anni ha condiviso la stragrande maggioranza dei cittadini e dei contadini del nostro Paese, ha trovato, anche nelle diverse istituzioni rappresentate nella Commissione, una comunione di intenti che rassicura ulteriormente tutti i consumatori italiani».
«Già domani - annuncia il ministro Zaia - firmerò il relativo decreto che manderò ai Ministri della Salute e dell'Ambiente».

COLDIRETTI - Grande soddisfazione per la decisione presa all’unanimità dalla Commissione sementi che, entrando nel merito, nega l’autorizzazione alla coltivazione in Italia, a dimostrazione che la posizione di chi non vuole gli ogm va oltre le questioni economiche ed etiche e tocca decisamente i temi di sicurezza ambientale e alimentare. E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare la decisione di negare l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais OGM assunta dalla Commissione per le sementi istituita presso il Ministero delle politiche agricole.
Ci sentiamo in buona compagnia essendo in Europa ben 21 su 27 i Paesi dove non si coltiva mais geneticamente modificato (Ogm) mentre in Italia - ha sottolineato Marini - non c’è sondaggio dal quale non emerga che tre italiani su quattro sono contrari e pertanto oggi plaudono a questa decisione. Per questo - continua il presidente della Coldiretti - esprimiamo forte apprezzamento per la tempestiva firma del Decreto da parte del Ministro delle politiche Agricole Luca Zaia.
La decisione della Commissione sementi - conclude Marini - ha un valore ancora maggiore se si considera che in essa sono rappresentate, oltre ai Ministeri delle Politiche Agricole, della Salute e dell’Ambiente, le regioni italiane tra le piu’ importanti dal punto di vista agricolo.

CIA - «Non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per la decisione presa oggi dalla Commissione sementi che ha bocciato l’iscrizione dal registro di un mais Ogm». Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi il quale ribadisce che l’agricoltura italiana non ha bisogno di biotech.
«Questa decisione, che rispecchia la posizione della stragrande maggioranza dei consumatori italiani contrari alle manipolazioni genetiche in agricoltura, è una risposta chiara -aggiunge Politi- all’orientamento che sta assumendo l’Ue che, dopo oltre dieci anni, con l’autorizzazione della patata transgenica ‘Amflora’ ha messo la parola fine alla moratoria sugli organismi geneticamente modificati».

FEDERCONSUMATORI - Esprimiamo grande soddisfazione per la decisione presa oggi dalla Commissioni Sementi che nega l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais OGM.
Le nostre associazioni si sono sempre battute contro la coltivazione e l’utilizzo di tali organismi nel nostro Paese, in base al principio di precauzione e con la convinzione che la nostra agricoltura vada preservata valorizzando sempre di più la genuinità e la specificità delle colture italiane.
Tali scelte fanno sono positive per il Paese, tutelando sicurezza e qualità delle produzioni, ma rappresentano anche un fattore determinante per la salvaguardia dei prodotti del Made in Italy, tanto apprezzati a livello planetario, e che, per le loro caratteristiche intrinseche, risultano determinanti per il nostro commercio internazionale.