Grecia, sul piano deciderà il vertice UE
Al termine della riunione dell'Eurogruppo «restano da affinare i punti tecnici» sul piano di salvataggio di Atene
BRUXELLES - I ministri delle Finanze dell'eurogruppo, riuniti per cinque ore ieri sera a Bruxelles, hanno «messo a punto le modalità tecniche» di un piano di sostegno finanziario per la Grecia, consistente in «prestiti bilaterali coordinati al livello comunitario», ma non garantiti dagli Stati membri.
Il dispositivo, che sarà adottato dai capi di Stato e di governo dell'Ue (molto probabilmente al Consiglio europeo della settimana prossima), sarà pronto a scattare se si rivelasse necessario per salvaguardare la stabilità della zona euro, e «sarà coerente con il diritto comunitario e con le legislazioni nazionali degli Stati membri». In altri termini, rispetterà la clausola no bail out del Trattato Ue, che vieta il salvataggio di un paese dell'eurozona da parte di un altro membro dell'euro (è la ragione per cui sono state escluse le garanzie di credito).
Queste, in sintesi, le spiegazioni date alla fine della riunione dal presidente dell'eurogruppo e premier lussemburghese, Jean-Claude Juncker, dal commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Olli Rehn, e dal ministro francese delle Finanze, Christine Lagarde.
CONTRIBUTO VOLONTARIO? - Tutti i paesi dell'eurozona saranno chiamati a partecipare al meccanismo, ha precisato Juncker, ma fonti greche hanno sottolineato che il contributo di ciascun paese sarà probabilmente volontario. Si tratterà, per quel che è dato capire, di una sorta di «meccanismo correttivo», e non sostitutivo dei mercati; mercati che in condizioni normali (ovvero quando i tassi d'interesse per finanziare il debito greco non schizzano troppo in alto) potranno continuare a svolgere il loro ruolo. Allo stesso tempo, i tassi d'interesse dei prestiti bilaterali dovrebbero essere abbastanza elevati da «incentivare fortemente» Atene a tornare a raccogliere i finanziamenti sul mercato il più presto possibile.
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