L'Europa plaude alla Grecia, ma nel paese si rischia il caos
Il governo di Papandreou attende aiuti dall'UE mentre 300 manifestanti hanno occupato il ministero delle Finanze
ATENE - Varate le nuove misure d'austerità per 4,8 miliardi di euro, ora la Grecia si aspetta «la solidarietà dell'Europa», altrimenti potrebbe chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale. Le misure varate dal governo Papandreou, tra tagli alla spesa e maggiori entrate, prevedono tra l'altro quasi un intero mese di salario in meno per gli statali, blocco degli aumenti delle pensioni, stretta fiscale di due punti sull'Iva, che sale al 21 per cento, e anche più pesante su alcol, tabacchi e beni di lusso. Misure di austerità aggiuntive decise dal governo di Atene per blindare gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici e che sono «necessarie alla sopravvivenza del nostro paese e della nostra economia», ha affermato il premier George Papandreou al termine di un consiglio dei ministri.
«Decisioni coraggiose» - Le autorità europee hanno rapidamente risposto con un coro di plausi, Atene ha preso «decisioni coraggiose» e «il presidente dell'Eurogruppo ha salutato l'annuncio del governo», ha affermato Jean-Claude Juncker. La Commissione europea «si rallegra» dei provvedimenti intrapresi, ha affermato il presidente Jose Manuel Barroso. Plausi anche dalla Germania, paese che secondo precedenti indiscrezioni di stampa avrebbe un ruolo centrale, assieme alla Francia, in un'eventuale operazione di salvataggio di Atene.
Quanto al come intervenire, sempre che sia necessario - cosa che la Ue evita accuratamente di dare per scontata - Bruxelles mantiene la linea scelta in precedenza: i dettagli verranno forniti solo se e quando ci si dovrà muovere.
Occupato il Ministero delle Finanze - Trecento manifestanti del Fronte di lotta sindacale comunista (Pame) hanno occupato il ministero delle Finanze di Atene in segno di protesta. Sono riusciti a entrare nell'edificio all'alba, quindi sono saliti su un terrazzo dove hanno srotolato uno striscione con la scritta «Sollevatevi perché le misure non siano applicate». Altri manifestanti hanno impedito ai dipendenti del ministero di entrare.
Non solo: il Partito comunista Kke e il Pame hanno annunciato una mobilitazione in tutto il Paese e convocato uno sciopero nazionale per venerdì contro il pacchetto di austerità. Un altro stop dei lavoratori è stato indetto per il 16 marzo dalla confederazione dei dipendenti pubblici Adedy, mentre si sta mobilitando anche il sindacato del settore privato Gsee. Riferendo della convocazione del Pame per venerdì e delle manifestazioni organizzate già giovedì in molte città, il quotidiano comunista Rizospastis annuncia «Guerra alla guerra». Il riferimento è alla frase del premier Papandreou secondo cui «il Paese è in guerra» contro la crisi e la speculazione. Il quotidiano comunista risponde che la «guerra è quella sferrata dal governo del Pasok contro il popolo in nome della borghesia». Alle manifestazioni partecipano, ad Atene, Salonicco e altre città, diverse organizzazioni di categoria, studenti e professori che parteciperanno anche allo sciopero del 16 marzo.
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