Grecia: misure antideficit per 4,8 miliardi
Il pacchetto: tagli a tredicesima, quattordicesima e salari, congelamento delle pensioni, aumento dell'Iva
ATENE - Quasi un intero mese di salario in meno per gli statali in Grecia, e blocco agli aumenti delle pensioni, mentre e per tutti quanti arriva una stretta di due punti sull'Iva, che sale al 21 per cento, e anche più pesante su alcol e tabacchi. Sono alcune delle attese misure addizionali decise dal governo per blindare - come richiesto da Bruxelles - gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici, il cui dissesto è da mesi sotto il tiro dei mercati. Con un consiglio dei ministri straordinario tenuto oggi, il governo ha varato una serie di provvedimenti con cui conta a risparmiare 4,8 miliardi di euro complessivi sul bilancio di quest'anno.
LE MISURE - Secondo le anticipazioni della rete televisiva pubblica greca Net, metà dei risparmi supplementari previsti deriva da effettivi tagli alla spesa, il resto da aumenti delle entrate. Il governo avrebbe previsto di tagliare del 30 per cento le tredicesime degli statali, e del 60 per cento le quattordicesime; messi assieme sono quasi un mese di salario in meno. Previsto anche un aumento del 20 per cento delle imposte di alcolici e tabacchi.
Manovre che molto probabilmente accentueranno gli attriti con alcune categorie, a cominciare dai dipendenti pubblici che già nei giorni scorsi - forse fiutando la nuova stangata - avevano proclamato un nuovo sciopero per il 16 marzo. Poco mossa invece la Borsa di Atene, che a seguito delle anticipazioni si attesta al meno 0,34 per cento, in linea con i lievi cali delle altre piazze europee. Ieri a confermare la necessità di nuove strette era stato lo stesso premier George Papandreou, che richiamandosi all'unità nazionale aveva messo in guardia da conseguenze «catastrofiche» se la Grecia non riuscirà a tornare collocare titoli di Stato a tassi di interesse simili a quelli del resto dell'area euro.
EUROGRUPPO - E sulla situazione greca è intervenuto anche il il presidente dell'eurogruppo Jean Claude Juncker secondo il quale i paesi di Eurolandia sono «pronti a intraprendere una azione determinata e coordinata, se necessario, per salvaguardare la stabilità finanziaria dell'intera zona euro».
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