25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
L'Europa studia gli aiuti per Atene

La Grecia preoccupa, ma «l'euro non si discute»

Il commissario Almunia esclude il ricorso al Fmi: «ce la faremo da soli». La Bei si è chiamata fuori

BRUXELLES - L'euro ha davanti a sé alcune giornate cruciali per definire il suo destino e uscire al meglio dalla crisi scatenata dal debito greco. I mercati finanziari stanno scommettendo in modo pesante sul fatto che la crisi del debito greco possa contagiare l'intera zona euro e che i leader europei, finora molto riluttanti, siano costretti a procedere ad un salvataggio di Atene per contenere i rischi. Se dal vertice europeo che si terrà domani a Bruxelles non usciranno azioni decisive, la moneta unica potrebbe continuare la sua discesa e i problemi della Grecia potrebbero propagarsi ad altri paesi piccoli e in difficoltà, come il Portogallo.

«La nostra valuta comune, l'euro, continuerà a costituire uno strumento importante per il nostro sviluppo e coloro che pensano che possa essere messo in discussione devono capire che terremo la barra dritta», ha dichiarato ieri il presidente della Commissione europeo José Manuel Barroso, aggiungendo: «L'Unione europea ha la cornice necessaria per far fronte a qualunque sfida che compaia in questo senso». Il nuovo esecutivo europeo, votato ieri a Strasburgo, dovrà confrontarsi immediatamente con il sentimento diffuso secondo cui la fondamentale vulnerabilità dell'euro, ossia la mancanza di una politica di bilancio comune, è ormai venuta allo scoperto.

Il commissario europeo per gli Affari economici, Joaquin Almunia, che passerà il testimone ad Olli Rehn per andare ad occupare il posto di capo dell'antitrust comunitario, si è detto «preoccupato» per la situazione di Atene, che solleva «rischi seri di contagio in altri paesi della zona euro», come dimostra il movimento degli spread sui titoli di Stato di altri paesi. I capi di Stato e di governo dei Ventisette emetteranno un comunicato sulla Grecia dopo il loro incontro, ma i contenuti non sono stati ancora definiti e le autorità non hanno voluto anticipare se verrà delineato o meno un salvataggio.

Almunia ha sottolineato che l'Ue non ha bisogno del Fondo monetario internazionale per risolvere il problema e che gli europei «possono» farlo «da soli», annunciando «un sostegno chiaro» alla Grecia se quest'ultima «si impegnerà ad assumersi le sue responsabilità». La Bei, Banca europea degli investimenti, si è chiamata fuori, ricordando di poter «finanziare solo progetti economicamente sostenibili» e che il regolamento non consentirebbe di aiutare un paese a coprire il suo deficit.