25 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Crisi & Lavoro

Al Sud il lavoro nero ammortizza gli effetti della crisi

Lo rivela l'Ufficio studi della CGIA di Mestre. Il valore aggiunto prodotto dal lavoro nero è pari a 92,6 mld di Euro

ROMA - Con un livello di contrazione del Pil che per l'anno in corso sarà del 7% in Basilicata, oltre il -5,5% in Puglia, Sardegna e Calabria, oltre il -5% in Campania e Sicilia, con una percentuale di senza lavoro che in queste regioni oscilla tra il 12 e 13% e con una disoccupazione giovanile che arriva al 35-40%, come fa a reggere l'urto della crisi il nostro Mezzogiorno? A dare una risposta al quesito ci prova l'Ufficio studi della CGIA di Mestre.

«Con la presenza del sommerso - dichiara il segretario Giuseppe Bortolussi - la profonda crisi che sta colpendo il Paese ha effetti economici e sociali meno devastanti di quanto non dicano le statistiche ufficiali. In particolar modo al Sud, possiamo dire che il sommerso costituisce un vero e proprio ammortizzatore sociale. Sia chiaro - prosegue Bortolussi - nessuno di noi vuole esaltare il lavoro nero spesso legato a doppio filo con forme inaccettabili di sfruttamento, precarietà e insicurezza nei luoghi di lavoro.

Tuttavia, quando queste forme di irregolarità non sono legate ad attività svolte dalle organizzazioni criminali, costituiscono in questi momenti così difficili una protezione per molti lavoratori. Per questo non vanno demonizzate». Ma veniamo ai dati. Il numero dei lavoratori irregolari (espresso in unità di lavoro standard), presenti in Italia ha ormai quasi raggiunto la soglia dei 3 milioni.

Circa la metà (precisamente il 44,6%) è ubicata nel Mezzogiorno. Il valore aggiunto prodotto dal lavoro nero è pari a 92,6 mld di Euro. Se si analizza l'incidenza percentuale del valore aggiunto dato dal sommerso sul valore aggiunto regionale, in Calabria si registra il livello massimo con il 14,9%. Segue la Sicilia con il 12,7%, la Campania con il 12,2%, la Basilicata e la Sardegna con l'11,7%. Chiude la classifica la Lombardia con il 4,9%. «Questi dati - conclude Bortolussi - sono riferiti all'inizio del 2006. Purtroppo, sono gli ultimi disponibili sui quali si possono fare dei raffronti a livello regionale.

Appare evidente che la dimensione del sommerso economico, dopo la pesante crisi economica registrata in questi ultimi 2 anni, è nel frattempo aumentata».