18 aprile 2024
Aggiornato 07:00
L'allarme dei Comuni

ANCI, Chiamparino: senza modifiche alla Finanziaria disertiamo i tavoli

«Bene Fini, ma da Tremonti netta e rigida chiusura sulle nostre proposte minime»

ROMA - Se il governo non modificherà la Finanziaria, i Comuni sono pronti a disertare tutti i tavoli istituzionali: dalla conferenza unificata agli incontri sul federalismo fiscale. Ad affermarlo il presidente dell'Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dopo l'incontro avuto oggi con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che Chiamparino ha definito «ad essere ottimisti molto, molto, molto interlocutorio».

Il presidente dell'Anci, che insieme a circa 400 sindaci di Italia, di centrosinistra e di centrodestra, si è dato appuntamento questa mattina a Montecitorio, a margine del consiglio nazionale dell'Anci, per protestare contro le misure contenute in Finanziaria, è stato ricevuto anche dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, il quale, secondo quanto riferito da Chiamparino, ha dato la «disponibilità a non fare questioni di principio se il governo vorrà porre la fiducia su un testo diverso da quello della commissione Bilancio che dovesse raccogliere le richieste dei Comuni». Fini, ha proseguito Chiamparino, ha espresso «ampia condivisione delle nostre proposte».

La stessa disponibilità, però, non è arrivata dal governo. Il sottosegretario Letta «ha iniziato l'incontro dicendo che non ci sono margini». E sulle «nostre proposte minime: ossia togliere le sanzioni nel 2009 per chi non rispetta il Patto di stabilità interno e rinviare la stretta sui Comuni prevista in Finanziaria al 2011, si è limitato a dire che avrebbe verificato».

Ma il tempo stringe, martedì prossimo il governo dovrebbe porre la fiducia sulla Finanziaria e sinora ha detto che lo farà sul testo della commissione Bilancio. «Se ci dicessero che le nostre richieste saranno accolte in un decreto di fine anno...ma la sensazione è che ci sia una netta, rigida chiusura da parte del ministro dell'Economia».

«Se non ci saranno risposte almeno sui due punti che abbiamo indicato, noi proclameremo lo stato di agitazione e non parteciperemo più alle sedi di concertazione come la conferenza unificata e ai tavoli sul federalismo fiscale», ha sottolineato Chiamparino, aggiungendo che le proteste potrebbero non limitarsi a questo. Quest'anno il governo - ha spiegato - ha restituito al Comune di Torino oltre 15 milioni di euro anticipati nel 2006 per il Palazzo di Giustizia. Potremmo smettere di farlo nel futuro».