G20: la Merkel no ai ricatti delle banche
Intanto anche Sarkozy insiste per la linea dura nei confronti dei paradisi fiscali
Se qualcuno avesse dimenticato la missione che attende i capi di stato e di governo che stanno arrivati a Pittsburgh per il G20 a bocce ferme, cioè nelle ore in cui le porte dell’assise sono ancora chiuse, a rinfrescare la memoria ai suoi colleghi ci ha pensato Angela Merkel.
«Dobbiamo evitare che le banche ci ricattino» ha tuonato la cancelliera tedesca.
NON DIMENTICARE IL CRAC - «Abbiamo bisogno di regole, per tutti i prodotti finanziari, per tutte le piazze dove si scambiano i titoli, per tutte le banche», ha proseguito la Merkel. Poi la Merkel non ha risparmiato una ennesima .stoccata ai banchieri, «c'e' ora la tendenza della banche a dire lasciateci in pace, l'economia sta torndao a crescere», ha aggiunto , nel corso di una intervista, alla radio Bayerischer Rundfunk, in vista del meeting dei big del pianeta che inizia stasera. «Dobbiamo opporci a questa tendenza», ha poi concluso anticipando il risultato minimo che si aspetta dalla due giorni di Pittsburgh-
Le parole della Merkel non sono cadute a caso. I temi trattati a New York in questi giorni dal faccia a faccia fra gli israeliani e i palestinesi, alla mina vagante iraniana, ai nuovi equilibri planetari evocati da Barack Obama,hanno finito per mettere in secondo piano le ragioni che hanno indotto i 20 grandi della terra a riunirsi per la terza volta in meno di un anno.
TERZOAPPUNTAMENTO - Il presidente Barack Obama ospita per la prima volta in casa il G20 ed ha scelto Pittsburgh come simbolo della rinascita per disegnare, insieme agli altri grandi del mondo, la road map della ripresa.
A Washington lo scorso novembre, quando alla presidenza americana c’era ancora George W. Bush, il G20 ha definito a grandi linee le strategie per affrontare la crisi: l’appuntamento cadeva a due mesi dal crac di Lehman Brothers e mentre i governi e le banche centrali intervenivano massicciamente sui mercati per evitare il collasso. A Londra, in aprile, la crisi era ancora in atto e per salvaguardare l’economia i Grandi avevano assunto impegni senza precedenti a sostegno della ripresa. A Pittsburgh stasera e domani verranno affrontati i temi post-crisi e le conseguenze che questa ha lasciato, soprattutto sull’economia.
I 20 A TAVOLA - Sul tavolo del G20 - che prenderà il via ufficialmente stasera con una cena - restano dunque i temi «caldi» legati allo tsunami finanziario, come la definizione di nuove regole e misure antispeculazione, ma anche e soprattutto la nuova emergenza occupazione. E se la diagnosi è condivisa da tutti - la recessione ha toccato il suo punto più basso ma la crisi non è superata - l’obiettivo del vertice è di trovare una linea comune su come affrontare il prossimo futuro. Presto per parlare di exit strategy ma non per interventi mirati a scongiurare il ripetersi di nuove crisi. Il focus sarà così, ancora una volta, sulla definizione delle regole per i mercati. Ma anche - come fortemente voluto dall’Italia - combattere le speculazioni. A cominciare da quelle sulle materie prime che rischiano di mettere in ginocchio i paesi più poveri del pianeta.
PITTSBURGHBLINDATA - Ad attendere i Grandi della Terra è una Pittsburgh blindata: molti i negozi chiusi e uffici «on holiday» per i due giorni del vertice. Già ieri sera i primi arrivi, alla spicciolata, delle delegazioni. Il presidente Usa, Barak Obama che presiederà il summit, è atteso nel pomeriggio. Così come il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. A Pittsburgh ci sarà anche il governatore di Bankitalia Mario Draghi, presidente dell’Fsb (Financial Stability Board). Due giorni serrati di lavori - il G20 si chiude domani pomeriggio - per riprendere il filo dei temi già toccati nei precedenti G20 di Washington e Londra. Come il protezionismo, le regole per la finanza, il clima - anche in vista di Copenaghen - e i piani di sostegno per affrontare gli effetti della crisi. Ma anche le nuove emergenze: la disoccupazione, l’impatto sui Paesi poveri, con i rischi di instabilità sociale e nuovi conflitti. E la scelta di Pittsburgh - voluta da Obama come sede del vertice - non è a caso: ex polo siderurgico mondiale, la città della Pennsylvania è simbolo della ripresa. Solo una generazione fa, infatti, era una capitale industriale in crisi. Poi un piano di sviluppo avviato negli anni ’80 le ha ridato vita.
LADY OBAMA - La first lady Michelle Obama si assumerà il ruolo di ospite internazionale occupandosi delle mogli dei leader del G20 durante il summit economico di due giorni a Pittsburgh.
Mentre i presidenti e i primi ministri saranno occupati tra oggi e domani a parlare dei problemi del mondo, Michelle Obama intratterrà le mogli introducendole a Pittsburgh e alle attrazioni principali della città, dalle belle zze artistiche e culturali alle fattorie ecosostenibili della zona fino ai prodotto gastronomici locali. Tra gli appuntamenti previsti un'escursione all'azienda di Teresa Heinz Kerry, moglie del senatore John Kerry, una visita a una scuola d'arte e a un museo dedicato a Andy Warhol, l'artista pop nato proprio a Pittsburgh.
LA PREMIER DAME - Anche a Carla Bruni questo vertice di Pittsburgh riserverà un ruolo da protagonista. La first lady francese in questi giorni a New York,a margine dell’assemblea generale dell’Onu ha svolto un’opera incessante per trovare fondi alla fondazione benefica che porta il suo nome e quello di Sarkozy. Carla Bruni ha perorato la causa dei senza tetto di handicappati e giovani studenti meritevoli, ma senza mezzi anche con uomini ricchi e potenti come il re dei media Rupert Murdoch e il finanziere Giorgio Soros.
Nei giorni delG20 CarlaBruni, su invito di Michelle Obama si recherà nella città natale di Andy Warhol per visitare una scuola costruita in uno dei quartieri più poveri della città.