Megale (Cgil): urge ridurre le tasse su redditi da lavoro e da pensione
E’ quanto dichiara il segretario confederale della Cgil dopo il via libera da parte del Consiglio dei ministri alla legge Finanziaria
ROMA - «Nessun intervento fiscale per sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati mentre il tutto risulta ancora più insopportabile se paragonato al fatto i lavoratori pagano dieci volte in più di tasse rispetto a chi in questi anni ha illegalmente portato i suoi capitali all’estero. Ricordo che i lavoratori hanno lasciato al fisco più del dovuto: circa 112miliardi di euro dal ’93 a oggi». E’ quanto dichiara il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, dopo il via libera da parte del Consiglio dei ministri alla legge Finanziaria.
Megale sottolinea che «non si possono legare misure, come il rinnovo dei contratti pubblici, e la politica economica a cifre, quelle relative al ‘vergognoso’ scudo fiscale, indefinite e incerte: ciò è assolutamente inaccettabile. In un anno e mezzo - afferma il dirigente sindacale - il governo non è stato in grado di varare nessun intervento realmente anti-recessivo che facesse riprendere domanda interna e crescita, con il risultato che il rapporto tra debito e Pil risulta sempre più elevato, il pareggio di bilancio nel 2011 è sfumato, la spesa primaria è fuori controllo, le entrate si riducono e l’evasione fiscale aumenta costantemente. Tutto ciò non può essere attribuito solo alla crisi, ma anche e soprattutto ai mancati interventi per la ripresa dell’economia reale».
Quanto al rinnovo del Contratto dei pubblici dipendenti, continua Megale, «servirebbero circa 7 miliardi nel triennio, di cui 2,5 nel 2010, ma allo stato attuale non è previsto nessuno stanziamento». Inoltre, rincara il segretario confederale della Cgil, «nonostante gli apparenti segnali di ripresa nei mercati finanziari, l’attuale stato di salute dell’economia reale italiana impone di mettere al primo posto di politica economica e sociale l’occupazione. Proprio oggi l’Istat ha indicato una aumento del tasso di disoccupazione al 7,4%, in linea con le previsioni Ocse di qualche giorno fa che prospettavano un tasso a fine 2010 al 10,5%. Questo significa - aggiunge - oltre 1 milione e 100mila posti di lavoro in meno nel biennio 2009-2010, con conseguente un abbattimento generale del reddito e meno valore aggiunto: cioè meno entrate e più debito».
Per Megale «il governo con questa ‘fotografia’ resta inerte di fronte alla crisi. È da ottobre 2008 che la Cgil chiede un tavolo anti-crisi per discutere sulle misure adatte a sostenere l’occupazione e, più in generale, l’economia reale del nostro Paese. Occorre inoltre una manovra finanziaria vera assuma come parola chiave la parola ‘investimenti’: investire sull’occupazione ed evitare i licenziamenti attraverso la difesa dei posti di lavoro, impegnandosi a non effettuare licenziamenti nel biennio 2009-2010 ed estendendo e migliorando gli ammortizzatori sociali; investire sulle imprese attraverso il sostegno all’innovazione, alla ricerca e alla crescita; investire sul reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati - conclude - attraverso la riduzione del carico fiscale per un ‘ritorno’ nei consumi interni».
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