29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
A rilevarlo Infocamere per conto di Unioncamere

Sono 250mila i piccoli imprenditori immigrati, +1,7%

Dati al 30 giugno. A Prato 1/3 imprese imprese parla straniero

ROMA - Marocchini per lo più, ma anche cinesi, albanesi. E poi senegalesi, tunisini, egiziani. Sono tra i circa 250mila imprenditori immigrati che hanno aperto una ditta individuale in Italia e che malgrado risentano della crisi economica sembrano resistere meglio rispetto alle ditte individuali nostrane. A rilevarlo Infocamere per conto di Unioncamere in un rapporto in cui si evidenzia che «rallenta ma non si arresta la vitalità delle imprenditoria immigrata» e che nel secondo trimestre dell'anno si registra una crescita dell'1,7%, «significativamente superiore al dato medio nazionale riferito alle imprese individuali» (+0,25%). Unioncamere ricorda inoltre che è Prato l'area dove maggiore è l'incidenza di questo fenomeno: quasi un terzo delle piccole imprese parla straniero.

I quasi 250mila piccoli imprenditori titolari di aziende individuali che al 30 giugno scorso risultavano iscritti ai registri delle Camere di commercio sono pari al 7,3% di tutte le aziende di questo tipo. Nel periodo aprile-giugno, le nuove imprese aperte sono state 9.915 (753 in meno rispetto allo stesso periodo del 2008), mentre 5.789 sono state quelle che hanno chiuso i battenti (744 in più dell'anno scorso). Il saldo del trimestre è risultato pertanto pari a 4.126 unità in più rispetto alla fine di marzo (l'anno scorso era stato di 5.623), corrispondente ad una crescita relativa dello stock di queste imprese del +1,7% (nel primo trimestre dell'anno l'aumento era stato dello 0,98%).

Dal punto di vista territoriale, la Toscana si conferma terra di elezione per l'imprenditoria immigrata che, «nelle tradizioni manifatturiere e artigianali della regione trova un favorevole humus per un insediamento diffuso», si legge nella rilevazione 'Movimprese'. A Prato, in particolare, le imprese di immigrati guadagnano nel trimestre un altro mezzo punto percentuale (lo 0,45%) in termini di rappresentatività sul totale del tessuto imprenditoriale locale, portando la propria quota relativa a sfiorare il 32% di tutte le imprese individuali del territorio. Oltre alla Toscana, solo altre due regioni (Lombardia e Liguria) fanno registrare una presenza di imprese di immigrati superiore al 10%. In termini assoluti, invece, le presenze più consistenti si registrano in Lombardia (46.032 imprese), Toscana (26.323) ed Emilia Romagna (25.188).

Ma da dove arrivano questi piccoli imprenditori? Con oltre 97mila presenze, pari al 39,6% del totale, il serbatoio principale dell'imprenditoria immigrata in Italia è l'Africa, con il Marocco (46.834 titolari di impresa) a fare da capofila. A grande distanza seguono i cittadini senegalesi (13.597), i tunisini (11.136), gli egiziani (10.408) e i nigeriani (5.824). Prese insieme, le prime cinque nazionalità costituiscono il 90,4% di tutto il contributo del 'continente nero' all'imprenditoria tricolore. Considerando anche la vicina Svizzera (terra di emigrazione per tanti italiani), l'Europa non Ue occupa la seconda piazza quale area di provenienza dei titolari di imprese immigrati: i paesi più rappresentati sono l'Albania (26.685 titolari), l'insieme di Serbia e Montenegro (7.947), la Macedonia (4.063), la Moldavia (2.471) e l'Ucraina (2.344). Di poco inferiore è il contributo dell'Asia: 57.261 aziende, pari al 23,5% del totale delle imprese di immigrati. Cina (33.609 imprese), Bangladesh (8.820), Pakistan (5.253), India (1.716) e Turchia (1.627) i Paesi più rappresentati. Poco significativo (solo il 10,8% del totale), il contributo complessivo delle Americhe e dell'Oceania.

Le attività più gettonate dagli imprenditori immigrati sono senza dubbio quelle del commercio: 106.719 le aziende rilevate alla fine di giugno, pari al 43,2% di tutte quelle con un titolare nato al di fuori dell'Ue. Seguono quelle connesse con le costruzioni (67.310, pari al 27,2% del totale) e quelle manifatturiere (29.325 aziende, l'11,2%). Complessivamente, in questi tre settori opera l'82,3% di tutti i titolari immigrati. Nel secondo trimestre del 2009, ad eccezione dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e dell'istruzione, in tutti i settori di attività c'è stato un aumento di imprese con titolare immigrato. Il saldo maggiore si è registrato nel commercio (+2.235 attività), seguito dalle costruzioni (+867) e dai servizi alle imprese (+362).