28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Agroalimentare. Crisi ortofrutta

Bruni (Fedagri): «Per un caffè bisogna raccogliere 6 kg di pesche»

Prosegue il momento difficile per l’ortofrutta italiana

FERRARA – Prosegue il momento difficile per l’ortofrutta italiana. A preoccupare è in primo luogo l’andamento di mercato di pesche e nettarine, con il crollo dei prezzi alla produzione.

Il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni - che ha accompagnato oggi il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia in visita allo stabilimento della cooperativa Conserve Italia – parlando della crisi del mercato delle drupacee, ha dichiarato: «Gli agricoltori oggi per comprare un caffè debbono raccogliere ben 6 kg di pesche. È pari infatti solo a 20 centesimi di euro il prezzo che viene riconosciuto agli agricoltori per ogni chilo di pesche».

Bruni, vicepresidente di Conserve Italia (colosso che raggruppa oltre 50 cooperative di primo grado per una produzione complessiva di 650.000 tonnellate tra frutta e ortaggi e un fatturato complessivo di oltre un miliardo di euro), ha accompagnato il Ministro nello stabilimento di Pomposa, il più grande d'Europa per dimensioni e quantità di prodotto lavorato.

Lo stabilimento ha una superficie complessiva di 300.000 mq e una superficie coperta di 120.000 mq (pari a 19 campi di calcio), l'area magazzini ha un'estensione di 32.800 mq, con una capacità di 40.000 posti pallets. La potenzialià di materia prima lavorata (pomodoro, pere, pesche, piselli, fagiolini e fagioli borlotti) è di 300.000 tonnellate, di cui oltre il 70% proviene dalle cooperative socie di Conserve Italia della Provincia di Ferrara. 230.000 sono le tonnellate di prodotti finiti spediti, commercializzati con i marchi Valfrutta, Cirio e De Rica. Nello stabilimento di Pomposa lavorano in questo momento oltre 1.100 persone tra fissi e avventizi.