28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Entra in scena anche il Nord

Scuola, si allarga protesta precari

Incatenamenti a Milano. Giovedì sindacati al Miur: servono tutele

ROMA - Incatenati, sul tetto, in mutande, senza cibo: la contestazione per il taglio di 42.000 cattedre e 15.000 posti di personale Ata si sta allargando a macchia d'olio e rischia di assumere i contorni dell'emergenza sociale. Con iniziative sempre più `forti' e al limite della disperazione i precari della scuola hanno oggi ricevuto per la prima volta la visita di esponenti politici e attratto l'attenzione dell'opinione pubblica.

La situazione potrebbe degenerare nei prossimi giorni. Quando molti dei precari che si recheranno presso gli Usp torneranno a casa senza aver firmato il contratto di supplenza. Così lo spettro della disoccupazione si tradurrà in realtà. Una parte dei tagli verranno infatti `compensati' dai 41.000 pensionamenti, ma per 23.000 precari, la maggior parte con diversi anni di supplenza alle spalle, si prospetta la disoccupazione.

Giovedì i sindacati si rincontreranno con i vertici del Miur per fare il punto della situazione sulla stipula dei contratti di `disponibilità' rivolti proprio a questi precari: garantirebbero circa il 70-80% dello stipendio e l'anzianità di servizio, ma manca l'accordo della grande maggioranza delle regioni. E questo mancato assenso comporta il pericolo di un ulteriore slittamento della firma delle convenzioni.

Così il fronte della protesta si allarga di giorno in giorno. Oggi ha ufficialmente iniziato a far parte delle contestazioni anche il Nord: mentre a Torino si svolgeva un sentito sit-in davanti all'ex provveditorato, organizzato dai sindacati confederali, all'Ufficio scolastico provinciale di Milano alcuni insegnanti non di ruolo si sono incatenati nel corso di un presidio. Ad organizzare la protesta plateale è stato il «Coordinamento lavoratori della scuola 3 ottobre» che ha anche denunciato il taglio di circa mille precari rispetto allo scorso anno.

A Benevento, dove da sabato alcune insegnati della scuola primaria e secondaria si sono posizionate all'ultimo piano dell'ex Provveditorato agli studi, le istituzioni si sono interessate alla vicenda. Sul posto si sono recati il sottosegretario al lavoro, Pasquale Viespoli, e il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, accompagnato dagli assessori della sua giunta.

Ma non solo: dopo l'interessamento di diverse associazioni e comitati locali, è stato avviato un tavolo istituzionale delle istituzioni locali, Comune, Provincia e Regione. «Abbiamo ricevuto la solidarietà di diverse associazioni di consumatori - hanno fatto sapere i precari riuniti in presidio permanente per la perdita di 500 posti - i cittadini tutti sono con noi, capiscono le nostre esigenze». Per domani è prevista la celebrazione della messa da parte dell'arcivescovo di Benevento, monsignor Andrea Mugione.

Intanto, attraverso internet le insegnanti hanno inviato un appello a tutti i precari della scuola per «una mobilitazione nazionale diffusa in tutte le città italiane per sabato 5 settembre, battezzata 'No-Precari-Day' per rompere il muro di silenzio e di indifferenza del governo Berlusconi».

Oggi la tensione è salita anche a Catania: l'Ufficio scolastico provinciale etneo è stato infatti occupato dal Coordinamento dei precari del posto. «È questo un momento importante della protesta che si sta sviluppando in tutta Italia - hanno detto i contestatori - contro le gravissime scelte del governo in materia di istruzione. Chiediamo a tutti i cittadini di solidarizzare con la lotta dei precari della scuola a difesa della scuola pubblica, la scuola di tutti».

Ieri forti proteste erano stato portate avanti dai precari di Napoli. Nei giorni scorsi decine di insegnanti di Arezzo erano scesi in strada in mutande a lavare i vetri delle automobili: «perché è così - hanno spiegato - che ci ha lasciato lo Stato dopo anni di servizio dietro la cattedra». Continua, intanto, lo sciopero della fame, a Palermo, condotto da sette giorni da due assistenti tecnici davanti l'Usp: a loro disposizione solo due sdraie e un ombrellone per ripararsi dal sole.

La protesta - ha commentato il segretario della Cisl Scuola Francesco Scrima - sta assumendo i connotati di una vera e propria emergenza scolastica e sociale: chiediamo pertanto un incontro urgente con il Governo, per portare finalmente a soluzione una vertenza che altrimenti rischia di farsi esplosiva».

I 'tagli' imposti con irragionevole pesantezza dalla Finanziaria - avverte Scrima - si scaricano sulla funzionalità delle istituzioni scolastiche e colpiscono duramente il personale precario che non ritrova il suo posto di lavoro. Sono 25.000, tra docenti e personale Ata, i lavoratori che quest'anno non avranno più un contratto. Da mesi - conclude Scrima - siamo impegnati a rivendicare per loro adeguate tutele».