24 aprile 2024
Aggiornato 04:00
La recessione globale potrebbe essere vicina ad un punto di svolta

Francia e Germania tornano a crescere, BCE: «svolta vicina»

Juergen Stark: «Potrebbe essere solo effetto dei piani di rilancio»

BRUXELLES - La recessione globale potrebbe essere vicina ad un punto di svolta e tra i «crescenti segnali» in questa direzione ci sono anche il pil di Francia e Germania, nuovamente in terreno positivo dopo quattro trimestri consecutivi in caduta libera. La Banca centrale europea, nel bollettino mensile di ieri, sottolinea come il ritmo di contrazione dell'economia dell'eurozona stia «chiaramente rallentando», come dimostrano anche i dati Eurostat sul secondo trimestre del 2009. Per Eurolandia il pil ha segnato il quinto calo consecutivo, attestandosi al -0,1% rispetto al trimestre precedente e al -4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nei Ventisette è stato del -0,3% e -4,8% rispettivamente.

Un dato «molto migliore di quanto previsto in primavera», secondo la Commissione europea, che sottolinea come questa sia la dimostrazione che «le ambiziose misure politiche prese dall'autunno scorso stanno avendo effetto». Ma Juergen Stark, capo economista della Bce, avverte che i numeri attuali sono sì «principalmente dovuti ai piani di rilancio statali», ma questo «non consente di contare su un ritorno durevole ad una traiettoria di crescita», lasciando intendere che quella a cui stiamo assistendo potrebbe essere una ripresa 'drogata'.

Il segnale più positivo riguarda soprattutto il ritorno ad una crescita, seppur flebile, da parte di Parigi e Berlino, entrambe al +0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Anche la Grecia e il Portogallo hanno segnato lo stesso risultato. Su base annua il dato resta pesante, soprattutto per la Germania, che segna un -5,9%, ossia poco meglio del dato italiano del -6%. Ma l'Italia continua a restare in zona rossa anche rispetto al trimestre precedente, con il -0,5%, così come la Gran Bretagna, che segna -0,8% e -5,6% annuo. La Bce si attende comunque che nella zona euro «l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno», mentre per il 2010 è attesa «una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo».

Seppure ottimista, l'Eurotower mette l'accento sugli «effetti avversi ritardati» dei prossimi mesi, come «l'ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro». Ma, in linea con la Commissione europea, elogia le misure anti-crisi approvate in autunno e avverte che potrebbero avere effetti positivi superiori al previsto. «E' cruciale procedere rapidamente con l'attuazione efficace delle misure che devono ancora essere messe in pratica, ripulendo i bilanci delle banche e ricapitalizzando le banche che ancora devono esserlo», ha avvertito il portavoce dell'esecutivo comunitario, Ton van Lierop. E anche sul fronte della fiducia, la Bce evidenzia che «il clima potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle aspettative correnti».

Le nuvole sull'orizzonte di una ripresa dell'economia sono invece formate dalla «interazioni negative più intense o prolungate tra l'economia reale e le turbolenze finanziarie», da possibili nuovi rincari del petrolio e dal protezionismo. Ma la fine della fase più dura della recessione e il ritorno alla crescita significa soprattutto, secondo i tecnici di Francoforte, che gli Stati membri devono tornare a compiere quegli sforzi di consolidamento dei conti pubblici abbandonati per contenere la crisi economica. Già a partire dal 2011 gli sforzi vanno intensificati, con interventi di riequilibrio strutturale significativamente al di sopra dello 0,5% del pil fissato nel Patto di stabilità e di crescita, arrivando, nei casi più gravi, all'1%. Vista l'entità dell'aumento dei deficit pubblici nell'ultimo anno, per l'Eurotower bisogna procedere in maniera più decisa.