26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
CIA: «A picco i prezzi sui campi»

Caldo: decollano i consumi di angurie e meloni

Bene anche gli altri frutti, anche se per pesche e nettarine si registrano difficoltà

ROMA - Il caldo di questi giorni ha fatto esplodere i consumi di angurie e meloni, frutti tipici della stagione estiva. Rispetto a giugno e luglio del 2008 si è riscontrato, quest’anno, un aumento nelle vendite di questi due prodotti di circa il 6 per cento. Bene anche gli altri prodotti frutticoli, anche se per pesche e nettarine si riscontrano alcuni problemi. In complesso, comunque, le vendite dell’intero settore, nel periodo gennaio-luglio 2009, sono cresciute, in quantità, di oltre il 4 per cento. Un trend decisamente positivo dopo i vistosi cali che si sono susseguiti dal 2006.

Per tutte le produzioni, tuttavia, la nota dolente è rappresentata dal crollo dei prezzi sui campi che a giugno scorso ha segnato un drastico meno 22 per cento nei confronti dell’anno scorso. Il che sta causando non pochi problemi alle imprese agricole. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori preoccupata per le difficoltà, soprattutto in termini reddituali, che incontrano gli imprenditori che devono fare i conti anche con gli elevati costi produttivi e contributivi.

In particolare, i consumi di angurie e meloni hanno trovato una decisa spinta dall’aumento crescente delle temperature. In molti -afferma la Cia- si sono rivolti verso questi due prodotti, proprio perchè possiedono grandi proprietà dissetanti. L’anguria, infatti, è composta di acqua per il 95 per cento, mentre il melone per il 90 per cento. Il resto è composto da zuccheri, vitamine e sali minerali. In quantità decisamente modeste le calorie di entrambi.

L’anguria -rileva La Cia- svolge una buona azione diuretica. Nonostante il gusto dolce, conferitogli da particolari sostanze aromatiche, ha un basso contenuto di zuccheri (4 per cento ) ed è, fra i frutti polposi, il meno calorico.
Originaria dell’Africa, l’anguria appartiene alla famiglia delle cucurbitacee, come il melone, lo zucchino e il cetriolo, ed ha un curioso nome scientifico, «citrullus vulgaris» (dal latino cetriolo). Il frutto può superare anche i 20 kg di peso.

Anche il melone, come l’anguria, è nato sotto il sole africano. Accompagnato da fette di prosciutto costituisce un piatto classico dell’estate.
Sia angurie che meloni sono coltivati -sostiene la Cia- un po’ in tutte le regioni italiane, ma soprattutto al Sud e al centro la produzione è consistente. Tuttavia, anche in alcune zone del Nord ci sono molte coltivazioni di questi particolari frutti dell’estate.

Per quanto concerne gli altri prodotti frutticoli, la situazione appare più rosea rispetto allo scorso anno, anche se per le pesche e le nettarine le difficoltà non mancano sia per quanto riguarda i prezzi sui campi che la collocazione sui mercati. A rendere meno problematico lo scenario per questi prodotti potrà contribuire il recente accordo in Emilia Romagna (regione dove c’è la massima concentrazione di produzione frutticola) tra le organizzazioni dei produttori con la Grande distribuzione organizzata. Intesa che la Cia ha giudicato positivo in quanto dimostra che è possibile costruire, anche in periodi di grande difficoltà e crisi, percorsi capaci di realizzare una ripartizione delle risorse lungo la filiera in grado da una parte di riconoscere alle imprese agricole i costi di produzione, e dall’altra di offrire al consumatore un prodotto di qualità ad un prezzo conveniente.

Andamento in rialzo si registra, oltre che per le angurie e i meloni, anche per le susine, le albicocche, i kiwi. Consumi stazionari, con lievi cali, si hanno, invece, per mele e pere. La prima uva che sta giungendo in questi giorni sui mercati segna un trend soddisfacente, nonostante i prezzi pagati al produttori sono in netto ribasso rispetto allo scorso anno.