26 aprile 2024
Aggiornato 22:00

Bce boccia tassazione oro Bankitalia e chiede a Governo modifica

Articolo Dl «desta preoccupazioni» su compatibilità norme Ue

ROMA - La Banca centrale europea chiede al governo italiano di «riconsiderare» l'articolo inserito nel 'Dl Manovra' che prevede di aumentare la tassazione sulle plusvalenze delle operazioni in oro effettuate dalla Banca D'Italia, in quanto vi ha ravvisato dei possibili problemi per l'indipendenza della stessa Bankitalia e sulla regola che stabilisce il «divieto di finanziamento monetario». Lo si legge nel parere pubblicato oggi dalla Bce sui suo portale internet. «La Bce ritiene che l'articolo proposto non sia chiaro e che esso desti preoccupazioni dal punto di vista della sua conformità con il diritto comunitario», si legge nel documento.

E' necessario che l'articolo proposto sia riconsiderato al fine di affrontare i problemi esposti nel presente parere», dice l'istituzone di Francoforte nelle conclusioni del documento. «La Bce si aspetta di essere consultata su ogni eventuale nuova stesura delle disposizioni legislative in materia».

Sull'articolo proposto dal governo, e inserito in una serie di misure ora all'esame del Parlamento «la Bce conclude come segue. In primo luogo - recita il documento - sebbene l'insieme dei destinatari dell'articolo proposto sia individuato in termini generali nei detentori di metalli per uso non industriale, la Banca d'Italia, per via della misura delle sue riserve auree, è il soggetto maggiormente colpito. In secondo luogo, l'articolo proposto desta preoccupazioni con riferimento al divieto di finanziamento monetario del settore pubblico da parte della banca centrale, nella misura in cui esso dispone la distribuzione di profitti nell'aspettativa di entrate incerte della banca centrale realizzabili potenzialmente in futuro, e, in aggiunta, esclude i diritti di compensazione applicabili ai sensi della precedente disciplina».

In terzo luogo - prosegue la Bce - l'articolo proposto desta preoccupazioni con riferimento all'indipendenza istituzionale e finanziaria della Banca d`Italia, consentendo un'arbitraria diminuzione delle risorse della stessa e obbligando potenzialmente la Banca d'Italia a intraprendere strategie di gestione del patrimonio focalizzate sui rischi finanziari posti dalle nuove disposizioni fiscali proposte».

L'istituzione di Francoforte rileva come «la proposta d'introdurre il nuovo schema d'imposta non è stata preceduta da una valutazione del suo impatto sulle esigenze finanziarie della Banca d'Italia. Di conseguenza - prosegue il parere - la posizione finanziaria della Banca d`Italia risulterebbe indebolita, con l`aumento del rischio che essa possa non avere risorse sufficienti in futuro per adempiere alle sue funzioni.

Inoltre, detenendo e gestendo riserve in valuta, la Banca d`Italia attua una funzione dell`Eurosistema e, nella misura in cui le nuove disposizioni fiscali imporrebbero alla Banca d`Italia di perseguire certe strategie gestionali, ne risulterebbe pregiudicata la sua indipendenza istituzionale».

La Bce riferisce di aver ricevuto lo scorso 26 giugno dal Ministero italiano dell`Economia e delle Finanze una lettera con la quale la si informava che, nello stesso giorno, il Consiglio dei Ministri avrebbe approvato un importante pacchetto di disposizioni legislative, contenente misure volte tra l`altro a reperire le risorse necessarie a riequilibrare la situazione attuale della finanza pubblica. Oggetto del parere odierno è l'articolo 14 del Decreto Legge numero 78 del 1 luglio 2009, successivamente trasmesso al Parlamento, articolo che «riguarda la Banca d`Italia». La competenza della Bce su queste materie deriva dai trattati europei e dalla partecipazione dell'Italia all'euro, con la stessa Bankitalia che è integrata nell'eurosistema assieme alle altre 16 banche centrali dei paesi che adottano la divisa unica.

La Bce - continua il documento - ritiene che l`articolo proposto non sia chiaro e che esso desti preoccupazioni dal punto di vista della sua conformità con il diritto comunitario. La Bce confida nel fatto che i propri commenti saranno tenuti nella debita considerazione dalle autorità italiane e che il Governo italiano consulterà la Bce in tempo utile su ogni nuova versione dell`articolo proposto».

L'istituzione europea ricorda come «qualsiasi trasferimento di risorse finanziarie da una banca centrale nazionale in favore del bilancio di uno Stato membro, sia nella forma di distribuzione di profitti che in ogni altra forma equivalente, deve essere effettuato nell`osservanza dei limiti imposti al riguardo dal Trattato, in particolare il principio di indipendenza della banca centrale e il divieto di finanziamento monetario».

Mentre il Decreto Legge «ha la finalità di ampia portata di aumentare le risorse disponibili per il bilancio dello Stato nelle attuali condizioni finanziarie, l`articolo proposto, qui in esame, prevede specificamente un`imposta sostitutiva con un`aliquota del 6% sulle plusvalenze iscritte in bilancio derivanti dalla valutazione delle disponibilità di metalli preziosi per uso non industriale. La Bce rileva che l`imposta si applicherebbe anche alle intere disponibilità in oro della Banca d`Italia, con la sola eccezione della quota di consistenze in oro che la Banca d`Italia ha conferito 'in adempimento di obblighi derivanti dall`appartenenza alle Comunità Europee'. La Bce rileva inoltre che il vantaggio economico atteso per il bilancio dello Stato dall`introduzione della nuova imposta sarebbe principalmente ottenuto dalla contribuzione a carico della Banca d`Italia».