18 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Crisi economica

Bankitalia: In 2009 Pil a -5,2%, in 2010 crescita zero

«Misure governo aiuteranno ripresa, ma forte incertezza su 2010»

ROMA - Il Pil italiano precipiterà quest'anno a -5,2%, mentre nel 2010 ci sarà crescita zero. Sono le previsioni indicate dalla Banca d'Italia nel Bollettino economico, mentre nel Dpef il governo prevede un -5,2% per quest'anno e un +0,5% per il prossimo. Tuttavia, spiega Bankitalia, «trainata da una ripresa mondiale che, nelle valutazioni degli organismi internazionali si avvierebbe pur a ritmi blandi già nei prossimi mesi, l'attività produttiva tornerebbe a crescere nel corso del 2010».

«Vi potranno contribuire - sottolinea Palazzo Koch - i provvedimenti recentemente varati dal governo, in particolare la temporanea agevolazione fiscale degli investimenti in macchinari e l'aumento dei fondi destinati al pagamento dei debiti commerciali alle imprese. Tenendo conto anche di ciò, nel 2010 il Pil resterebbe stazionario in media d'anno», ma «potrebbe risultare nel quarto trimestre di quell'anno superiore di circa mezzo punto percentuale al livello di fine 2009».

Se la stima sul Pil di quest'anno «presenta margini d'incertezza relativamente contenuti, l'incertezza associata allo scenario delineato per il 2010, in particolare ai tempi e all'intensità della ripresa, rimane elevata». In primo luogo, evidenzia Bankitalia, «le previsioni scontano il ripristino del normale funzionamento del mercato del credito. Inoltre, a fronte di una perdurante debolezza del ciclo economico, le imprese italiane potrebbero attuare, a partire dalla seconda metà dell'anno, una politica di ancor più deciso ridimensionamento dell'occupazione, che si tradurrebbe in un'ulteriore decurtazione della capacità di spesa delle famiglie e in una più forte flessione della domanda interna».

«Un freno ai consumi - conclude Via Nazionale - potrebbe derivare anche dall'espansione della componente precauzionale del risparmio, che tende ad aumentare, a parità di tutte le altre condizioni, quando la probabilità di mantenere il posto di lavoro si riduce. D'altro canto si intravedono segnali, pur deboli e intermittenti, di assestamento della congiuntura internazionale, che potrebbero preludere a un'accelerazione della dinamica degli scambi commerciali nel 2010 lievemente più favorevole di quella qui ipotizzata». Per la dinamica dei prezzi, inoltre, «i rischi di deflazione sembrano ridotti, ma non assenti».

La crisi economica, tuttavia, incide fortemente sul mercato del lavoro, che mostra segni di «preoccupante deterioramento».