20 aprile 2024
Aggiornato 18:00
La Cia ribadisce la rilevanza delle fonti rinnovabili

Agrienergia, un’opportunità che va sviluppata

Eolico: occorre attenzione all’impatto paesaggistico, ma “no” a qualsiasi preclusione

ROMA - L’agrienergia è una grande opportunità che va sviluppata. Tuttavia, occorre stare molto fermi con i piedi a terra ed evitare facili, quanto dannose, illusioni. La Cia-Confederazione italiana agricoltori è, comunque, fortemente interessata a promuovere e divulgare le energie rinnovabili, soprattutto le bioenergie di origine agricola, in quanto esse rappresentano, come attività connessa, un’ulteriore opportunità di reddito per gli imprenditori agricoli e contemporaneamente esse possono costituire un apporto, ovviamente non certo determinante, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e per alleggerire la pesante bolletta petrolifera. Stesso discorso vale per l’energia eolica, per la quale bisogna evitare impatti devastanti con il territorio e il paesaggio, ma è altrettanto necessario promuoverla, in quanto rappresenta un elemento importante per ridurre la dipendenza dal petrolio e contribuire alla tutela del clima e dell’ambiente.

Per questa ragione, la Cia è impegnata da tempo nella promozione e nella consulenza alla rete delle imprese agricole che intendono coltivare, produrre e vendere energia. La «microgenerazione» diffusa è una scommessa che ha buone possibilità di riuscita anche grazie alla riforma dei «certificati verdi», cioè del sistema degli incentivi per l’energia elettrica prodotta da biomasse di origine agricola e forestale, introdotto nella legge finanziaria 2008.

Anche la recente legge su sviluppo ed energia, approvata definitivamente lo scorso 9 luglio, ci sono elementi che vanno in questa direzione, anche se il provvedimento -afferma la Cia- era nato esclusivamente per gli agricoltori. L’incentivo, pari a 0,28 euro/kwh, finisce, infatti, con il premiare non unicamente l’efficienza e il protagonismo dei produttori agricoli. In questo modo viene eliminato il principio della filiera corta e non vengono privilegiate le biomasse che provengono prevalentemente dalle imprese agroforestali. Una misura che presenta molte contraddizioni e coni d’ombra che ne hanno snaturato il principio originario, che era poi quello di venire incontro alle esigenze dei agricoltori, al loro comportamento virtuoso e all’impegno per lo sviluppo delle energie alternative, per le quali hanno compiuto importanti investimenti.

Comunque, la riduzione delle risorse energetiche tradizionali (fra tutte il petrolio), l’aumento del loro prezzo e il negativo impatto che hanno sull’ambiente devono stimolare -avverte la Cia- politiche volte ad accrescere l’impiego di fonti rinnovabili (sole, acqua, vento, biomasse). Anche nel nostro Paese è stata intrapresa questa strada, che si è concretizzata nella emanazione di disposizioni normative volte a incentivare la diffusione di agrienergie, favorendone la redditività. Anche se restano aperti molti problemi e il ruolo dell’agricoltura non è stato valorizzato nella dovuta maniera.

Per quanto concerne l’energia eolica, la Cia ribadisce che per questa fonte rinnovabile non ci deve essere alcuna preclusione. L’importante è sviluppare tecniche che non abbiamo un impatto negativo sul territorio e il suo paesaggio naturale. E’ una risorsa che, specialmente in alcune aree del Paese, può dare importanti risposte sotto il profilo energetico, abbattendo i costi e producendo «energia pulita». E’, tuttavia, essenziale che si contrastino tutte quelle azioni di carattere speculativo che vadano a vantaggio di pochi e a danno della collettività.