29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
INALI

Cgil: «Riduzione infortuni conferma validità Testo Unico»

Agnello: «Bene denuncia Fini, da Sacconi parole preoccupanti»

ROMA - La riduzione degli infortuni sul lavoro registrata per il 2008 segnala che «occorre non cambiare la strada intrapresa negli anni passati, quella della lotta al lavoro nero, alla precarietà, al dumping attraverso regole 'leggere' sugli appalti. La strada che ha portato al cosiddetto Testo Unico su salute e sicurezza sul lavoro». Così la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica, commenta il rapporto annuale Inail 2008 sull’andamento infortunistico.

La dirigente della Cgil condivide «la lettura data dal presidente della Camera sulla preoccupazione per i ritardi e le inadempienze del mondo imprenditoriale e sulla generale sottovalutazione delle denunce del sindacato. Così come l'analisi secondo cui a maggior rischio sono gli immigrati, i precari, gli anziani e, ovviamente, chi è costretto a lavorare in nero». Mentre, allo stesso tempo, aggiunge Agnello, «sono preoccupanti le parole del ministro Sacconi che non solo ha riconfermato la linea controriformatrice del correttivo al Testo Unico ma ha anche preannunciato nuovi e impropri compiti per gli enti bilaterali: come la verificare del corretto adempimento delle norme, la gestione di assicurazioni integrative in materia di salute e sicurezza, il reinserimento dei lavoratori tecnopatici. Non vorremmo che la perdita di 3 miliardi nella situazione patrimoniale dell'Inail desse al ministro il pretesto per declassare l'assicurazione pubblica presso l'istituto alla copertura di una mera base minima».

«Condividiamo invece - dice la segretaria confederale Cgil - la richiesta del commissario Sartori di poter presto deliberare l'adeguamento delle prestazioni corrisposte agli infortunati e ai loro superstiti. Anche se ci preoccupa una sua dichiarazione che potrebbe paventare il superamento del riconoscimento degli infortuni in itinere. Proprio quel genere di infortuni spesso utilizzati per dire che in questa fattispecie si concentrano le morti. Rammentiamo che circa un terzo dei morti avevano la strada o i mezzi di trasporto come luogo di lavoro».

Sempre sui dati, inoltre, «mentre si conferma che gli infortuni sono concentrati in meno dell' 8% delle imprese - continua Agnello Modica - non condividiamo l'analisi secondo cui questi non siano particolarmente concentrati nelle piccole e micro imprese. Continuano ad arrivarci segnalazioni sempre più frequenti di lavoratori che a causa della loro oggettiva ricattabilità (perché precari o in nero in imprese in cui non si applica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori) vengono 'sollecitati' dai loro datori di lavoro a denunciare l'evento come malattia personale o infortunio domestico o stradale. Queste mancate denunce rischiano di diventare ancora più frequenti considerando le direttive del ministro del lavoro alla vigilanza». Anche i dati sulle malattie di origine professionale sono per Agnello «molto preoccupanti e sicuramente non registrano l'effettiva realtà (i dati Inail sono solo le denunce ufficiali). Ricordiamo quanto da anni denunciamo: secondo l'Oil per ogni morto per infortunio in Europa ce ne sono quattro per malattia di origine professionale».

Per la sindacalista, quanto al 2009, «occorrerà prestare grande attenzione alla possibile e auspicabile futura ulteriore riduzione degli eventi infortunistici, sapendo distinguere bene quanto è dovuto al calo dell'occupazione, come conseguenza della crisi, e quanto all'effettivo miglioramento delle condizioni di lavoro». Condizioni, ribadisce, «che con il correttivo al Testo Unico e gli ulteriori interventi sul lavoro peggioreranno, mettendo maggiormente a rischio l'integrità psciofisica di chi lavora». Da ultimo, conclude Agnello, «attendiamo l'annunciato confronto sul piano industriale Inail, sperando che il commissario Sartori convochi le parti sociali e non gli enti bilaterali in cui pare lui ricomprenda la rappresentanza dei lavoratori».