12 ottobre 2025
Aggiornato 15:00
ALIMENTARE

Bene il riconoscimento Igp per l’aceto balsamico di Modena

Per la Cia ora, però, bisogna lavorare per migliorare il disciplinare al fine di garantire un effettivo legame tra produzione e territorio

ROMA - La notizia del riconoscimento Igp (Indicazione geografica protetta) per l’aceto balsamico di Modena viene salutato con soddisfazione dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che sottolinea come l’Italia sia ormai leader incontrastata in Europa in fatto di qualità, con 178 denominazioni d’origine, pari a circa il 22 per cento del totale di quelle europei. Una classifica che ci vede primeggiare precedendo la nostra rivale storica nell’agroalimentare, la Francia, che ha il 20,8 per cento del totale, mentre gli altri paesi Ue sono distanziati in maniera notevole.

L’ottenimento dell’Igp per l’aceto di Modena arriva dopo una lunga attesa (più di tredici anni) e si affianca all’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, al quale hanno contributo i nostri agricoltori con un lavoro rivolto con sempre maggiore impegno alla qualità e alla valorizzazione del legame con il territorio.

Ovviamente, è adesso importante -avverte la Cia- che ci sia un miglioramento del disciplinare dell’aceto balsamico di Modena Igp, anche attraverso accordi di filiera per garantire un effettivo legame con il territorio dell’Emilia Romagna, con l’utilizzo di uve e mosti regionali. In questo modo verrebbero tutelati gli agricoltori e soprattutto i loro redditi.

La Cia ricorda che l’intero «pianeta» delle Dop e delle Igp italiane ha un fatturato al consumo di circa 9 miliardi di euro. Prodotti che danno lavoro, tra attività dirette e indotte, a più di 300 mila persone e che rappresentano una risorsa insostituibile per l’economia locale, in particolare per alcune zone marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo.

Per l’Italia -aggiunge la Cia- queste produzioni non hanno solo un rilevante aspetto economico, ma sono anche una parte importante della nostra cultura, del nostro saper fare, dei valori legati al territorio, e spesso anche dei nostri paesaggi. Salvaguardare e valorizzare queste nostre produzioni è, quindi, un fatto di vitale rilevanza.