23 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Salvaguardati sia i consumatori (soprattutto i bambini) che i produttori di agrumi del nostro Paese

Beverage: in Italia non si berrà l’aranciata “senza arance”

La Cia esprime soddisfazione per la definitiva soppressione dell’articolo 21 della legge comunitaria

ROMA - L'arrivo in Italia delle bibite all'arancia «senza arance» è stato sventato. La definitiva soppressione, da parte della Camera, della norma dell’articolo 21 della legge comunitaria, come annunciato dal ministro delle Politiche europee Andrea Ronchi, blocca un provvedimento che avrebbe avuto riflessi negativi sia per i consumatori che per i produttori agrumicoli del nostro Paese. E’ quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori che commenta positivamente la decisione di Montecitorio.

La Cia ricorda che la possibilità di vendere sul nostro mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall'arancia senza contenere, tuttavia, neanche una minima percentuale di agrumi, era prevista dal progetto di legge comunitaria che, di fatto, toglieva l'obbligo del contenuto minimo del 12 per cento di succo di agrumi previsto per questo particolare tipo di bevande.

Un regolamento comunitario verso il quale la Cia si era sempre espressa in maniera nettamente contraria, in quanto consentiva, di fatto, la commercializzazione di pure bevande colorata al profumo di arance. Misura, oltretutto, fortemente contraddittoria con lo stesso orientamento della Commissione Ue che ha varato, nei mesi scorsi, un progetto per incrementare il consumo di frutta soprattutto tra i giovani, avviando un apposito programma con sostanziosi finanziamenti nelle scuole europee.

La norma prevista dalla legge comunitaria -rileva la Cia- avrebbe avuto l’effetto di confondere e disorientare gli stessi consumatori che, soprattutto i bambini, si sarebbero trovati a bere un prodotto, reclamizzato per i suoi contenuti di frutta, che, invece, non ci sono affatto. Non solo. A pagarne le spese saranno anche i nostri produttori di agrumi, che già sono costretti ad affrontare una situazione di mercato sempre più difficile e fanno i conti con pesanti costi di gestione.