28 marzo 2024
Aggiornato 20:30

Rc auto, Corte UE: tariffe e contratti sono eurocompatibili

Respinto il ricorso della Finlandia contro l'Italia

Le tariffe Rc auto, i criteri che regolano il costo delle polizze e i rapporti tra compagnie assicuratrici e consumatori sono eurocompatibili. La Corte di giustizia europea ha respinto il ricorso della Commissione e della Finlandia contro l'Italia, accusata di violare le norme comunitarie sulla «libertà di stabilimento e sulla libera prestazione di servizi». Secondo la Commissione le leggi italiane che obbligano le compagnie assicuratrici che sono state autorizzate ad emettere polizze nel «ramo Rc auto» a contrarre con chiunque ne faccia richiesta, costituiscono una limitazione della libertà dell'imprenditore di scegliere con chi stipulare un contratto. Una restrizione che non risparmia le società che hanno sede negli altri Paesi dell'Unione ma che operano anche in Italia.

Il ricorso sottolineava inoltre che anche la previsione di sottoporre le tariffe praticate per la Rc auto al controllo dell'Isvap rappresenterebbe una violazione delle regole comunitarie. I giudici della Corte di giustizia, con la sentenza C518/06, pur ammettendo che l'obbligo a contrarre costituisce una restrizione della libertà imprenditoriale, hanno però condiviso le tesi difensive dell'Italia. «Tale restrizione - scrivono - ha una funzione di protezione sociale, da intendersi come garanzia di adeguato risarcimento delle vittime di incidenti stradali». A questo proposito la Corte ricorda che le norme comunitarie ammettono deroghe per «ragioni di interesse generale» e la restrizione italiana può appunto essere considerata conseguenza, legittima, di una «ragione imperativa di interesse generale».

Per quanto riguarda la politica delle tariffe Rc auto, nelle sue difese l'Italia ha ricordato che «i principi tariffari perseguono il solo obiettivo di contenere il fenomeno consistente nel fatto che talune imprese di assicurazioni, calcolando una tariffa esorbitante, scoraggiano gli utenti dal sottoscrivere una polizza assicurativa». E anche secondo la Corte «correttamente» la Repubblica italiana ha ritenuto opportuno imporre a tutte le imprese operanti sul proprio territorio un obbligo di contrarre nei confronti di tutti i proprietari di autoveicoli residenti in Italia, al fine di evitare che tali imprese si ritirino dalla parte meridionale del territorio italiano e privino in tal modo i proprietari di autoveicoli della possibilità di concludere l'assicurazione, peraltro obbligatoria, di responsabilità civile auto». Infine, concludono i giudici del Lussemburgo, «l'Italia non ha vietato alle imprese di assicurazione di applicare tariffe differenziate in funzione del costo medio del rischio» in relazione alla diversità tra categorie di assicurati e settori geografici. Insomma, anche per l'Europa il meridione d'Italia rappresenta un problema anche per le assicurazioni.