Lavoro, UIL: i dati Istat sono un brutto segnale
«Preoccupano l’aumento del tasso di disoccupazione e le regioni del mezzogiorno»
I dati diffusi oggi dall’Istat, sul mercato del lavoro del 2008 sono un brutto segnale e confermano le preoccupazioni del sindacato per la »tenuta» dei posti di lavoro.
L’occupazione è sostanzialmente stabile e i dati non confermano i trend di crescita degli anni precedenti.
Si manifestano, però, tre vere criticità: l’aumento di coloro che cercano attivamente un lavoro, l’andamento negativo generalizzato del Mezzogiorno e la debolezza del lavoratore a termine. Su questi tre dati incombe la debolezza del lavoro femminile che sembra sia il primo a pagare in termini di quantità e qualità del lavoro.
Il futuro, quindi non è certamente roseo e i dati dimostrano che i segnali della crisi si sono già evidenziati lo scorso anno.
Sarebbe opportuno che il Governo cominciasse a confrontarsi con le parti sociali per verificare, insieme, come affrontare i problemi dell’occupazione ad iniziare dalla «moratoria» sui licenziamenti, chiesta più volte dalla UIL.
Per questo si possono mettere in campo le ingenti risorse provenienti dai Fondi europei per la formazione e lo sviluppo e, soprattutto, spenderli presto e bene.
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